Grande caos sul palazzetto
Cremascoli: «Vogliamo garanzie»

Totale incertezza sul palazzetto di Cantù dopo lo strappo di Paolo Petazzi (Cinelandia). La Pallacanestro Cantù chiede garanzie precise e anche i tifosi sono preoccupati: «Non si vede una via di uscita»

CANTU' «Siamo assolutamente preoccupati – conferma il presidente della Pallacanestro Cantù Anna Cremascoli – Al di là della scelta di Paolo Petazzi, lo siamo per noi. Non serve certo essere un addetto ai lavori per capire che il cantiere procede tutt'altro che spedito».

Nei giorni scorsi era andato in scena un incontro a tre con Comune, Turra e la società di basket rappresentata dall'amministratore delegato Luca Orthmann, che al termine aveva preferito non rilasciare dichiarazioni. Già di per sé una dichiarazione forte. «Io – prosegue Cremascoli – mi aspetto che Turra ci dia certezze in merito al palasport. Oggi non sappiamo nulla, mentre per noi è fondamentale avere gli elementi per poter pianificare al meglio le nostre scelte. Forse non tutti capiscono che per noi giocare a Desio è un disagio notevole, non è certo una passeggiata». E non solo per motivi affettivi, ovviamente. Meglio sapere, e in fretta, insomma. Anche se si dovessero ammettere apertamente i ritardi. «Almeno – dice – si farebbe chiarezza una volta per tutte». Chiarezza la vogliono anche i tifosi, a propria volta stanchi di vedere le partite in casa svolgersi in trasferta, a Desio appunto. «Da mesi diciamo che servono risposte certe – commenta Francesco "Juary" Morabito, volto storico degli Eagles – Siamo estremamente preoccupati, perché non vediamo uno sbocco per questa situazione. E non comprendiamo l'ostinato silenzio di Turra, nonostante anche sui giornali si continui a chiedere loro di uscire allo scoperto»

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