Barni, accesa la grande stufa
Va a legna per risparmiare
Ridotti del 50% i costi di esercizio rispetto agli impianti a metano. Scalda le scuole e il municipio. La riserva dei boschi comunali
BARNI Un risparmio almeno del 50% nei costi del riscaldamento per quest'inverno, una spesa complessiva per la realizzazione di 230mila euro per 100 chilowatt di potenza. È entrata in funzione a pieno ritmo la stufa a cippato che riscalda il municipio e la scuola materna e permetterà di dimezzare l'usuale spesa per il metano nel periodo invernale, che si aggira intorno a novemila euro. I lavori, cominciati a marzo, sono terminati a settembre per quanto riguarda l'interno e la funzionalità dell'impianto, e da alcuni giorni per le ultime finiture.
Tre chilometri quadrati
La stufa permetterà anche di sfruttare l'immensa riserva boschiva di proprietà del Comune, si parla di oltre tre chilometri quadrati di boschi, che anche con la sola pulitura potrebbero costituirere una risorsa rinnovabile per diverso tempo.
Oltre a Barni, nello stesso periodo anche il Comune di Albavilla aveva pensato ad una struttura molto più importante, un progetto da quasi un milione e mezzo di euro, per il teleriscaldamento attraverso una centrale a biomasse dell'Istituto comprensivo "John Fitzgerald Kennedy" di via Porro e della Residenza sanitaria assistenziale "Opera Pia Roscio". L'idea sembra però naufragata a causa dell'eccessivo costo.
A Barni, invece, la struttura è stata realizzata a costo zero per il Comune, che si trova in una situazione di dissesto finanziario. «Il costo della struttura è attorno ai 230mila euro» - spiega il sindaco, Mauro Caprani - «L'intera cifra è stata messa a disposizione dal Gruppo di azione locale del Lario, la stufa è già in funzione. Rispetto ai costi affrontati negli scorsi anni con il metano, si parla di 4.500 euro invece di 9.000. Però non mi sbilancio fino a quando non avrò il dato effettivo».
Impatto limitato
Per ora la scelta è stata di puntare solo sul riscaldamento e non sull'acqua corrente: «C'è sempre la possibilità d'intervenire aggiungendo anche l'acqua calda, ma in municipio e nella materna il consumo è abbastanza ridotto e non ci sembrava il caso di intervenire anche in questo senso».
Il Comune conta di poter accedere per la nuova stufa all'incredibile riserva di legna disponibile: «Abbiamo tre o quattro chilometri quadrati di boschi di proprietà. Solo con la pulitura di quest'ampia area avremmo materiale per il funzionamento».
È difficile, infine, individuare l'edificio che ospita gli impianti. Si trova seminterrato dietro il municipio, con un impatto estetico piuttosto limitato.
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