È stato ammesso perfino dal suo principale ideatore, Calderoli: la legge elettorale vigente è una "porcata". La necessità di modificarla, e di farlo prima delle prossime elezioni, trova unanimità nelle forze politiche. Resta un enorme problema: trovare un accordo. Ciò detto, non si sopportano le ridondanti dichiarazioni di molti politici che il 21 dicembre 2005 votarono a favore del "porcellum". Lega, Udc, An e Fi furono le forze che consentirono l'approvazione della Legge 270. Che i leader di queste formazioni (Casini, Alfano, Fini e Maroni in primis) sbraitino alla tv la loro indignazione per un sistema che ha tolto il diritto di scelta dei parlamentari ai cittadini è insopportabile.
Devis Tonetto
I politici cambiano facilmente dichiarazione. E idea. Ed elettori cui rivolgersi. A seconda della circostanza e dell'interlocutore, scelgono come trattare l'argomento.
Sono specialisti della capriola verbale, e anche dell'acrobazia contenutistica. Questa legge elettorale piaceva alla maggioranza di centrodestra, ma non dispiaceva alla minoranza di centrosinistra. Essendo i partiti a nominare i parlamentari, nessun partito s'adontava del metodo. Anzi, lo gradiva. Oggi, sotto l'onda montante dell'indignazione popolare, nessuno si riconosce in ciò che fino a qualche tempo fa non aborriva. Casini, Alfano, Fini e Maroni hanno le loro colpe, ma non c'è collega d'altra parrocchia che possa permettersi di tirare una pietra per lapidarli. Possono permetterselo i cittadini, sapendo tuttavia che il lancio servirà a nulla, o a quasi nulla: la storia dei risultati referendari bellamente ignorati è lì a dimostrarlo.
Max Lodi
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