L'uragano Pd si abbatterà sul Bel Paese?

Le primarie del centrosinistra hanno rappresentato una bella prova di democrazia, tanto più visto il momento nero della politica. Qualche altro dibattito televisivo, purtroppo negatoci, avrebbe confermato che la si può pensare diversamente su molti temi, senza che ciò pregiudichi il rispetto degli avversari e un dibattito civile.
Paolo di Benedetto

È proprio questo il messaggio trasversale che viene dalle primarie del centrosinistra. Altri messaggi sono attesi a seconda di chi vincerà.
 Il favorito resta Bersani, come dicono i sondaggi. Renzi sta a una decina di punti, poi Vendola e gli altri.
Ma dalle urne potrebbe venire la sorpresa, dipenderà anche dall'affluenza, che Renzi si augura alta. Bersani, dalla sua, ha gran parte del partito, e non solo: Prodi gli ha imprestato la portavoce, ciò che è stato letto come un criptato "endorsement" del due volte presidente del Consiglio (e possibile successore di Napolitano al Quirinale). Sono con Bersani i dirigenti storici (i cosiddetti rottamandi, ad avviso di Renzi).
Per Renzi l'approdo al ballottaggio ha significato già un successo. Adesso nel secondo round risulterà importante (forse decisiva) la quota di sostenitori di Vendola.
La performance del governatore al primo colpo potrebbe anche condizionare in qualche modo il  secondo. In ogni caso la vittoria di Bersani rientra nella normalità, quella di Renzi nell'eccezionalità.
Se la spunta lui, il cambiamento investirà come un uragano la politica italiana, non solo il centrosinistra: della Seconda Repubblica resterebbero solo le macerie.

Max Lodi

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