Allora ha vinto Bersani o ha vinto Renzi? Mi sono sembrati tutti e due abbastanza convincenti durante il dibattito su Rai Uno e perciò il dubbio sulla scelta rimane forte. Forse il Paese avrebbe bisogno di entrambi. È proprio scontato che, nel caso in cui uno dei due riuscisse a diventare premier, non farebbe di tutto per coinvolgere l'altro?
Corrado Marchi
Tutt'e due hanno parlato di rinnovamento della squadra di governo. Ciò che favorirebbe un Renzi ministro con Bersani premier, ma non il contrario. E poi Bersani l'ha detto chiaro: se perdo, resto a fare il segretario del Pd fino al congresso dell'anno venturo. Ma anche Renzi potrebbe pensare ad altro che non fosse accettare l'eventuale invito di Bersani a far parte del suo esecutivo. Renzi, se non vince, ha due opzioni. La prima: restare nel Pd e mettersi a capo dell'opposizione. Bersani gradirebbe: lo aiuterebbe a disfarsi dell'ingombrante nomenklatura che neppure a lui piace. La seconda: inventare un nuovo movimento per le politiche. È una forte tentazione, supportata da sondaggi confortanti. Un partito renzista rivaleggerebbe in consensi con Grillo, incassando voti di sinistra, di destra, di centro. Anche post-leghisti. Spaccherebbe il Pd per ricomporlo, arricchito, alla riapertura delle urne. Progetto rivoluzionario, e per ora solo accarezzato. Però non si sa mai. Tornando al duello tv: meglio Renzi di Bersani, impacciato in molte risposte difensiviste ad attacchi efficacemente mirati. Ma il pronostico per domani resta a favore del segretario: quasi 10 punti di vantaggio e l'endorsement di Vendola pesano molto. E faranno la differenza.
Max Lodi
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