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Giovedì 06 Dicembre 2012
Rapinata in casa
«Viva per 200 euro»
Se non avessi avuto quei soldi nel portafogli non sono sicura che sarebbe finita così. Il capo era un pazzo, continuava a gridare
COMO «Sono furibonda, lo scriva, è questo che conta: quella casa deve essere chiusa, rasa al suolo, bruciata. Non mi importa cosa ne fanno, l'importante è che quei "balenghi" accampati lì dentro stiano alla larga da noi. Non si può vivere sotto assedio in questo modo. Si sapeva che prima o poi sarebbe finita così».
La donna rapinata da tre delinquenti che si sono introdotti in casa sua nel cuore della notte vuole andare subito oltre la rapina e vuole andare al sodo: il covo dei rapinatori, la casa matta, come la chiamano i vicini, il rudere di Salita Peltrera che da anni ospita decine di senza tetto, va chiusa.
«Se fosse stata una banda di ladri specializzati arrivati da chissà dove a piombarmi in camera da letto nel cuore della notte, potrebbe anche essere stato un caso. Ma questo non è un caso. Quelli girano qui attorno da anni. E da anni facciamo battaglie perché vengano mandati via. A questo punto mi sento responsabile, quello che è capitato a me deve servire a far chiudere quella casa. Altrimenti cosa dovevano farmi? Uccidermi?».
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