Erba, le nozze civili
sorpassano le religiose

Don Afker: "E' lo specchio dei tempi ma anche un segno di maggior rispetto dell'istituzione ecclesiastica"

ERBA - Anche a Erba i matrimoni religiosi sono in calo e meno di quelli celebrati con rito civile. Un dato in linea con quello annunciato dall'Istat, che nel Nord Italia, nel 2011, ha certificato il "sorpasso" del municipio sulla chiesa. I dati, elaborati da Eleonora Valensisi dell'ufficio stato civile del Comune di Erba, certificano inoltre un sensibile calo generale delle unioni tra il 2011 e il 2012.
«Nel 2012 - osserva l'assessore ai Servizi demografici Angelo Cairoli - sono stati celebrati a Erba 38 matrimoni civili e 30 con rito religioso, per un totale di 68 unioni. Nel 2011, invece, i matrimoni civili furono 42 e quelli religiosi 35».
Quest'anno, nel complesso, sono stati celebrati nove matrimoni in meno rispetto al 2011: «Che si tratti di Chiesa o Municipio - chiarisce Cairoli - parliamo di unioni celebrate tra i confini del Comune di Erba».
A fini statistici, infatti, può essere interessante rimarcare anche il numero dei matrimoni celebrati in un'altra città ma con almeno uno dei due sposi residente ad Erba. «Succede spesso - ricorda Cairoli - soprattutto nel caso dello sposo, che tradizionalmente si sposta per la cerimonia nel paese d'origine della moglie. E nella maggior parte dei casi si tratta di unioni religiose». In questo comparto, nel 2012 sono stati celebrati 30 matrimoni (10 civili e 20 religiosi) contro i 33 del 2011 (8 civili e 25 religiosi). Insieme al calo generale delle unioni, dai numeri emerge chiaramente la flessioni dei matrimoni religiosi.
Una situazione che certo non coglie di sorpresa don Giovanni Afker, responsabile della Comunità Pastorale Sant'Eufemia di Erba: «Il fatto che oggi si celebrino più matrimoni civili rispetto a quelli religiosi - commenta il sacerdote - non mi stupisce e credo sia uno specchio dei tempi. C'è chi si sposa per la seconda o per la terza volta, e ovviamente queste unioni non possono essere celebrate nuovamente in chiesa».
Per Afker, in ogni caso, il fatto che i matrimoni civili siano più di quelli religiosi non è necessariamente un male. «Io ci vedo anche un aspetto positivo - dice - legato a un maggior rispetto per l'istituzione ecclesiastica. Fino a qualche anno fa, capitava che anche non credenti si sposassero in chiesa quasi per tradizione. Oggi non è più così, nei matrimoni religiosi c'è maggior consapevolezza di un impegno preso davanti a Dio».
Più preoccupante, invece, è il generale calo delle unioni, civili o religiose che siano. «C'è un dato - ricorda il sacerdote - più difficile da quantificare, che però batte tutti gli altri: è il numero delle convivenze». Perché ci si sposa meno? «Dipende da diversi fattori, per spiegarlo servirebbero studi sociologici. Ma alla base c'è una minor volontà di impegnarsi per costruire un progetto comune».

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