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Domenica 20 Gennaio 2013
Piccioni viaggiatori sprint
In dodici ore 800 km
"Saetta" ha compiuto in mezza giornata, il percorso che separa Barletta da Cantù. Facendo vincere al suo allevatore, Angelo Ronchetti, il campionato nazionale della sua categoria
Ronchetti fa di mestiere con i figli l'arredatore in una bottega a conduzione familiare. La sua grande passione è però quella dell'allevamento dei colombi, che cura personalmente. Sono in tutto una settantina, amorevolmente coccolati e vezzeggiati. Si spostano da casa soltanto per partecipare alle numerose gare a cui Ronchetti partecipa.
Classe di ferro 1939, l'allevatore coltiva la sua passione dal 1973. «Sono quarant'anni ormai che mi dedico ai colombi. Per me è stata veramente la passione di una vita. Chi non conosce questi animali non può immaginare quanto siano intelligenti e anche affettuosi».
Per spiegare come si è accresciuta negli anni questa passione Ronchetti ci porta nel suo regno, il solaio, il canturino "spazzacà", che si raggiunge, come vuole la tradizione, con una scala di legno abbastanza ripida. Lì c'è una voliera con tutte le caselle in fila, dove i suoi piccioni viaggiatori, tutti regolarmente vaccinati e con il numero di matricola, occupano ciascuno una propria postazione. Fuori dalla voliera ci sono ben otto sacchi che contengono il cibo per i piccioni. «Ci sono otto tipi di sementi, ciascuno adatto per ognuno di loro. L'alimentazione deve essere molto curata, così come l'igiene. Una volta alla settimana tutti vengono accuratamente lavati con lo shampoo apposito. E ogni giorno devo pulire con molta attenzione il loro habitat».
Come avviene che un piccione viaggiatore possa percorrere centinaia di chilometri e ritrovare la sua casa? «Bella domanda a cui potranno rispondere gli scienziati. Comunque prima di liberarli in volo li avvicino al figlio se è una mamma o alla femmina se è un maschio - aggiunge Ronchetti - Sì, poi c'è qualche segreto, qualche vitamina, tutto lecito, comunque soprattutto tanto amore da parte mia che li allevo. Anche perché è capitato che qualcuno sia tornato a casa con un'ala spezzata o impallinata».
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