Badanti, il Comune
«E' mafia, serve l'albo»

Un albo al quale si possano registrare le badanti per evitare che il racket abbia la meglio. «La "cupola mafiosa"» la definisce senza mezzi termini l'assessore ai servizi sociali Bruno Magatti

COMO Un albo al quale si possano registrare le badanti per evitare che il racket abbia la meglio. «La "cupola mafiosa"» la definisce senza mezzi termini l'assessore ai servizi sociali Bruno Magatti sul cui tavolo è arrivato il problema delle quote, importi pari anche alla totalità del primo stipendio ricevuto dalla famiglia italiana (ignara del passaggio di denaro), che alcune badanti versano ad altre in cambio del lavoro. Un sistema di ricatto, senza soldi niente lavoro, che, va specificato, non vale per tutte le persone straniere che lavorano a servizio di anziani e malati comaschi, ma che è molto più che un caso sporadico.
Mentre la Procura ha aperto un fascicolo sulla vicenda, Bruno Magatti ha discusso l'argomento appena qualche sera fa, nell'incontro preparatorio della creazione della Consulta delle politiche sociali.
«Prendo atto delle denunce e mi auguro che la magistratura attui subito i provvedienti necessari che le competono - dice l'assessore - perché non possiamo sopportare questa situazione, che si configura come una "cupola mafiosa" o un "caporalato", uso questi termini forti perché di questa emergenza è inquetante il solo pensiero».

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