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Giovedì 07 Febbraio 2013
Meno tasse e più flessibilità
Aziende verso la Svizzera
Tra gennaio e agosto 2012 in Ticino un aumento del 26% di nuove attività. Una buona fetta fondata da imprenditori italiani
Delle nuove realtà, una buona fetta è fondata da imprenditori italiani. Non si tratta, però, di una generica fuga dal Bel Paese alla ricerca di condizioni più vantaggiose sotto il profilo fiscale. «Molto più spesso - dice Gianluca Marano (presidente di Sva, Swiss Valor Advisory di Chiasso), consulente aziendale specializzato nell'insediamento di realtà estere nel Cantone - parliamo di imprese strutturate, che trovano in Ticino uno sbocco attivo per aprirsi ai mercati internazionali».
Le motivazioni, del resto, sono forti. La pressione fiscale, ovviamente, è una di queste, con un'imposizione attorno al 25% a rappresentare una leva importante. «Ma non decisiva». «Negli ultimi anni - continua Marano - molti imprenditori, anche comaschi, hanno puntato sul Ticino. Non è, ovviamente, una tendenza solo italiana. A Lugano, per esempio, arrivano anche imprese europee e americane, attirate dalle infrastrutture, dal sistema amministrativo e dalle potenzialità in tema di commercio internazionale».
Altri ingredenti: «La stabilità politica consente una miglior programmazione aziendale, la creazione di una nuova impresa è più semplice, le aliquote fiscali sono contenute, il mercato del lavoro è flessibile, il mercato dei capitali è efficiente e i prezzi sono stabili». Questi, i primi cinque ingredienti del decalogo presentato ai clienti che vogliano buttare il cuore oltre il confine.
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