Erbese in coma dopo una rissa
Arrestato rapper comasco
In manette il ragazzo che si era presentato ai carabinieri dopo l'episodio di Tavernerio. Il suo racconto smentito da testimonianze e telecamere
ERBA - «Noi non vogliamo la violenza. Balli, canti e ti intrattieni con quelle cose». Altro che sberle o bottigliate in testa. Lo diceva con lo sguardo convinto, davanti alla telecamera, nelle vesti di rapper, Emmanuel Jeremias Donè, 23 anni, di Rebbio di Como. Un anno e mezzo dopo, un'altra telecamera ha raccontato una verità diversa, fatta - questa sì - di violenza. E il giovane è stato arrestato per tentato omicidio, per aver mandato in coma un coetaneo a colpi di bottiglia in testa.
I carabinieri di Albate, nel fine settimana, hanno portato in cella il ragazzo protagonista della violenta rissa scoppiata lo scorso fine settimana a Tavernerio, tra due gruppi di giovani, al termine di una serata in discoteca al "K-Klass". "Jere" Doné stesso si era presentato ai carabinieri il giorno dopo la lite costata il coma a Mirko Leonti, 23 anni anche lui, residente ad Erba. La versione offerta dal giovane rapper raccontava di un'aggressione ai suoi danni e di bottigliate inferte solo per legittima difesa.
Una settimana più tardi quella versione, nella lettura degli atti della Procura, è crollata di fronte alle dichiarazioni di alcuni testimoni "neutrali" presenti alla rissa e delle immagini delle telecamere di sicurezza del negozio Ceres, nel parcheggio dell'Eurospin di Tavernerio, dov'è avvenuta la lite.
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