L'artista fiorentina presenta l'album "Canti, richiami d'amore" con le Stazioni Lunari ovvero le tastiere e i "magnellofoni" di Francesco Magnelli, suo compagno anche nella vita, e la chitarra e lo tzouras (che è una sorta di incrocio tra mandola, buzuki e chitarra) di Andrea Salvadori. La particolarità, che spiega la sede scelta per il concerto, è data dalla presenza dei disegnatori Sergio Gerasi, Fabiano Ambu e Luca Usai che "fumetteranno" su tabelloni durante i brani.
Abbandonato il rock underground delle formazioni gemelle che l'hanno lanciata (Csi e Pgr), la cantante si è dedicata al recupero del repertorio popolare, sia esso d'autore incerto e preveggente come quello che nel 1893 scrisse (e predisse) "Il crack delle banche", o scherzoso come chi, già nel Seicento, inneggiava a "Le figliole".
Ma ci sono stati anche precursori come il Modugno di "Malarazza" o il Tenco quasi balcanico di "Io sì". Omaggi anche al Fabrizio De André di "Sidùn" e al Franco Battiato de "L'ombra della luce". Il passato non è del tutto lasciato alle spalle grazie a brani come "Brace", "Amandoti" e "Montesole", due meraviglie di Giovanni Lindo Ferretti che, evidentemente, si può già considerare un autore popolare.
Dopo la dissoluzione dei Csi, Ginevra e Magnelli hanno resistito fino al primo album dei Pgr, poi è stata la Di Marco a dedicarsi alla carriera solistica con "Trama tenue" nel 1999 cui hanno fatto seguito "Concerto n.1 - Smodato temperante", vibrante testimonianza live, "Disincanto", "Stazioni lunari prende terra a Puerto Libre" e "Donna Ginevra" prima di questo nuovo lavoro che si apre alla nuova prospettiva fumettistica, sposando due arti come la canzone popolare e la narrativa illustrata.
A. Bru.
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