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Mercoledì 20 Febbraio 2013
Distrugge l'auto per il ghiaccio
E annuncia: «Faccio causa all'Anas»
Ha trovato un lastrone di ghiaccio sulla carreggiata ed è uscito di strada, distruggendo l'auto, una Fiat 500, ma uscendo fortunatamente incolume dall'incidente. Ora chiederà i danni
Maurizio Parisi, 42 anni, di San Siro, si stava recando, come fa ogni mattina, a Bellinzona, dove lavora come sindacalista della Cgil al servizio dei frontalieri in collaborazione con il sindacato ticinese Unia. Erano le 5.30 e, a causa di una leggera pioggia caduta la sera precedente, lungo la discesa fra Grandola e Carlazzo si era formato del ghiaccio.
«Non procedevo certo ad alta velocità, ma essendo in discesa ho perso subito il controllo dell'auto - racconta - Sono andato a sbattere e a fermarmi, per fortuna, contro il terrapieno a monte; il veicolo ha riportato danni irreparabili, ma il sottoscritto ne è uscito soltanto con un bello spavento. Faccio notare che i carabinieri intervenuti sul posto hanno trovato l'auto in perfetto ordine, con le gomme da neve nuove».
Di recente gli automobilisti avevano puntato il dito contro l'Anas per le pericolose buche presenti nella galleria San Nicolao, fra San Siro e Cremia: solo dopo tante ruote demolite e numerose segnalazioni, l'ente strade ha provveduto a rifare il fondo stradale e a incanalare le acque di scolo, responsabili della progressiva erosione dell'asfalto. Tra Grandola e Carlazzo, soprattutto d'inverno, il sole fa appena capolino e sparisce subito, tanto che sui prati circostanti rimane un perenne manto di brina.
Lungo la Regina sono posizionati dei cartelli che segnalano il pericolo di "strada sdrucciolevole", ma per Parisi non sono certo sufficienti: «Al di là del fatto che si tratta di cartelli ordinari presenti tutto l'anno e ben poco visibili di notte, trovo davvero inaccettabile che la strada dei frontalieri sia lasciata nella più completa incuria quando nevica e quando c'è il rischio di ghiacciate. Io sono uno di quelli che al mattino fanno da apripista, perché devo raggiungere Bellinzona, ma fra le 5.30 e le 7.30 la strada di confine è percorsa da migliaia di lavoratori e il sale viene sparso, quando viene sparso, dopo le 7. Sono molto meglio gestite le strade provinciali e comunali, la Regina è spesso lasciata in balia di se stessa, senza che nemmeno i tratti più a rischio vengano controllati».
Il sindacalista è intenzionato a chiedere i danni all'Anas, più per una questione di tutela della categoria che rappresenta che non della sua persona: «Il territorio si è battuto a lungo per avere il tunnel di variante, sottolineando di continuo la necessità dell'opera alla luce del flusso quotidiano di frontalieri lungo la strada di confine. Anche l'Anas, dunque, conosce benissimo il tipo di utenza che utilizza la statale e, non a caso, ha istituito il divieto di transito per i mezzi pesanti negli orari di punta».
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