Homepage / Lago e valli
Giovedì 21 Febbraio 2013
Cede la fidanzata agli amici
L'accusa è violenza di gruppo
Due giovani di Dubino e uno di Colico dal giudice dopo la denuncia dell'ospedale e i rilievi dei carabinieri
È sfociata in un'udienza lampo davanti al giudice per le udienze preliminari Maria Luisa Lo Gatto l'accusa di violenza di gruppo contestata dalla procura di Como a due ragazzi di Dubino e a un loro amico di Colico, i cui nomi omettiamo per non rendere riconoscibile la presunta vittima della violenza sessuale, fidanzata con uno degli indagati.
Notte tra il 31 dicembre 2010 e il primo gennaio 2011. In una baita di Sorico, presa in affitto dalla madre di uno dei ragazzi sotto accusa, una ventina di amici si ritrova a festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo.
Brindisi, cena, un po' di musica, storie e risate. Istantanee comuni e per nulla speciali della notte più lunga dell'anno. A cambiare l'atmosfera un'accusa da gelare il sangue: lo stupro di gruppo ai danni di una delle ragazze presenti al veglione.
La giovane racconta di essersi coricata, dopo la mezzanotte, nel letto matrimoniale che si trova in un soppalco della baita. Dopo pochi minuti sarebbe stata raggiunta dai tre amici, età compresa - all'epoca dei fatti - tra i 19 e i 23 anni residenti tra Dubino e Colico. Uno di loro è il ragazzo della giovane. I tre si stendono accanto a lei e iniziano a molestarla Davanti al pubblico ministero Maria Vittoria Isella, alcuni mesi più tardi, la giovane ripercorre quei momenti. Racconta di essersi ribellata e di aver opposto resistenza. Al punto che uno dei tre, dopo un po', si allontana. Non in tempo, in ogni caso, per evitarsi l'accusa di violenza sessuale di gruppo.Ma la parte peggiore del racconto deve ancora arrivare. Contesta la procura che mentre il fidanzato della ragazza tiene ferma la vittima, l'amico la violenta. Il giorno dopo la giovane si presenta in ospedale e racconta lo stupro. La visita conferma il rapporto sessuale. Gli accertamenti scientifici compiuti nella baita anche. Lei, ai carabinieri, dice di non voler denunciare. Ma l'inchiesta parte ugualmente, su segnalazione dell'ospedale.
Alcuni mesi più tardi arriva la denuncia della giovane. Il fascicolo ieri è approdato in udienza preliminare. Ma un difetto legato alle notifiche degli atti ha costretto il giudice a rinviarlo alla Procura. Un'eventuale sentenza, dunque, si allontana. Gli imputati, intanto, negano ogni accusa e parlano di rapporto consenziente. Il processo, allo stato e salvo sorprese, appare inevitabile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA