Il progetto: una grande Erba
Servizi condivisi, 40mila abitanti
Il sindaco Marcella Tili la chiama grande Erba, un polo urbano che potrebbe nascere dalla fusione tra Palazzo Majnoni e i municipi circostanti. Un sogno tornato d'attualità ora che molti Comuni dell'Erbese pensano di unirsi per far fronte a difficoltà finanziarie e gestionali sempre maggiori
«Gli amministratori - osserva la Tili - devono pensare al futuro del territorio. E io credo che l'unione di più Comuni per creare un unico grande centro sia la strada da seguire». Erba è la prova vivente che l'unione funziona: «La nostra città - ricorda il sindaco - è nata nella prima metà del Novecento dall'unione di sette Comuni. E oggi - fra scuole superiori, tribunale, catasto, sportelli bancari e altri servizi - è già un polo di riferimento per 60mila persone». La fusione tra Erba e alcuni paesi circostanti comporterebbe dei vantaggi. «I Comuni aderenti - osserva il sindaco - non perderebbero la propria identità culturale. Ma in questo modo tutti avremmo servizi migliori a prezzi più contenuti. E crescerebbe anche la qualità della vita, perché potremmo unire le diverse competenze presenti sul territorio».
Quali paesi potrebbero comporre la grande Erba? Il sindaco non si sbilancia, ma riconosce che «si potrebbe impostare un discorso prima con i centri più piccoli, per poi estenderlo nel tempo anche agli altri». Quanto al nome della nuova città, sarebbe da valutare: «Non saprei - dice il sindaco - ad esempio Gravedona è diventata Gravedona ed Uniti. Ma non è certo questo il problema».
Ambasciatore della Tili, su questo fronte, è l'assessore Alessio Nava. «Il presupposto - dice - è che diversi paesi stanno pensando alla fusione per far fronte alle difficoltà. L'unione, del resto, è premiata con incentivi e deroghe al patto di stabilità».
Nava si riferisce Merone e Monguzzo, piuttosto che a Longone al Segrino e Pusiano, che hanno già manifestato la volontà di procedere in questo senso. «Ma per vedere nascere altri Comuni solo meno piccoli di prima - osserva l'assessore - credo sia più proficuo impostare un discorso con Erba».
Nelle prossime settimane, Nava vorrebbe attivare i primi contatti con alcuni sindaci del territorio. «Ogni paese dovrebbe tenere un referendum consultivo. In seguito ci sarebbe un'unica sede municipale, ma è chiaro che nei singoli paesi si potrebbe lasciare un ufficio decentrato per sbrigare le pratiche».
Tra gli interlocutori privilegiati, Nava vede «prima di tutto i paesi confinanti. Dal punto di vista della logica urbanistica - osserva - penso a Ponte Lambro. Ma anche a Longone piuttosto che a Proserpio». Gli altri paesi confinanti sono Albavilla, Caslino, Castelmarte, Eupilio, Merone e Monguzzo. «Il progetto - conclude - potrebbe poi estendersi ad altri centri, fino ad arrivare a Canzo e Asso».
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