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Lunedì 11 Marzo 2013
Mancano 80 agenti
Il Bassone scoppia
Ruoli di responsabilità ricoperti senza averne il grado, straordinari pagati anche dopo cinque mesi, tentati suicidi all'ordine del giorno da mascherare.
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Per la polizia penitenziaria di Como, sotto organico di 80 unità, continuare a svolgere il proprio ruolo nel carcere del Bassone di Albate diventa di giorno in giorno più difficile.
Al punto che il 23 marzo intendono far sentire compatti la loro voce durante la manifestazione di protesta in programma a Roma. «Il carcere del Bassone è stato costruito nell'83 per ospitare al massimo 270 detenuti, oggi ce ne sono 530 - spiega Giovanni Orrù, segretario provinciale Sindacato Autonomo Polizia penitenziaria, da 25 anni in forze al Bassone - così, in celle di tre metri per due, devono convivere anche quattro detenuti, costretti quasi a mangiare in piedi ed ad utilizzare la cella solo per dormire.
«Non c'è da meravigliarsi che gesti di autolesionismo, tentati suicidi e aggressioni al personale siano all'ordine del giorno, fatti che, per scrupolo, dobbiamo ingegnarci a nascondere».
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La fuga dal Bassone