Anche per questo motivo le Asl che si sono ritrovate a sborsare decine di migliaia di euro a favore di SanaVita e del guru dell'anoressia, Waldo Bernasconi, non possono considerarsi vittime di truffa. I giudici hanno depositato nei giorni scorsi le motivazioni che hanno portato alla condanna del finto psicoterapeuta di Lugano a sette anni e mezzo di carcere per esercizio abusivo della professione e violenza sessuale, ma non per truffa e associazione a delinquere come invece richiesto dall'accusa.
«La proposta terapeutica di SanaVita - si legge nella sentenza - insisteva in maniera evidente e rilevante sul fatto che all'origine del disturbo del comportamento alimentare vi fosse un problema di sessualità bloccata.
A fronte di questo dato di partenza Bernasconi riteneva che le pazienti dovessero riacquistare la capacità di esprimere e vivere pienamente la loro sessualità».
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