Erba, proposta dell'ex sindaco
Vendere ville per fare cassa
Scommettere su un unico immobile di prestigio e alienare gli altri gioielli di famiglia. Prima che vadano definitivamente in malora. A lanciare la proposta è il consigliere del Pd ed ex-sindaco di Erba Enrico Ghioni
Gli immobili a cui si riferisce Ghioni sono il Castello di Pomerio, Villa San Giuseppe a Crevenna (che ospita il Civico Museo) e Villa Candiani in corso Bartesaghi, sede degli uffici dell'urbanistica. «Queste proprietà - osserva Ghioni - versano tutte in condizioni precarie. Servirebbero interventi di manutenzione che non possiamo permetterci». I privati potrebbero invece dare nuovo lustro a edifici che hanno fatto la storia della città.
<+titolino>«Pezzi di storia della città»
<+tondo>«Forse il Castello di Pomerio è quello che si presta meglio a ospitare diverse attività, e sarebbe anche l'immobile più difficile da vendere. So che di questi tempi non è facile vendere edifici così prestigiosi, ma dobbiamo porci il problema». Anche lo Stato, del resto, «preme sui Comuni perché alienino le proprietà che non possono più mantenere. Così potremmo mettere in sicurezza il bilancio e reperire nuove risorse da investire». Il vicesindaco <+nero>Claudio Ghislanzoni<+tondo>, con delega al Patrimonio, riconosce nelle parole di Ghioni «una proposta concreta e coraggiosa. Ma bisognerebbe fare una riflessione molto seria, perché ci troveremmo a vendere edifici che rappresentano la storia della nostra città».<+togli_rientro>
Vista la crisi del settore immobiliare, riflette poi Ghislanzoni, «il rischio è di dover svendere. Penso solo alla fatica che abbiamo fatto per alienare Villa Nava a Carpesino (venduta lo scorso anno per 1,9 milioni di euro, ndr), trovare un acquirente per Villa San Giuseppe e Villa Candiani sarebbe molto più difficile».
La soluzione migliore, per il vicesindaco, sta nella collaborazione con i privati. «Piuttosto che alienare - osserva - potremmo trovare dei privati interessati a gestire gli edifici. Il Castello di Pomerio, ad esempio, garantirebbe utili come luogo deputato all'organizzazione di eventi. Il problema resta l'investimento iniziale per sistemarlo». Per un altro ex-sindaco, il predecessore di Ghioni Filippo Pozzoli, vendere i gioielli di famiglia è improponibile. «C'è la crisi - concede - ma io credo che l'alienazione dei beni culturali della città non sia praticabile. Prima bisogna trovare ogni altro mezzo possibile per far quadrare i bilanci e garantire un minimo di manutenzione agli edifici». La soluzione, anche per Pozzoli, passa dalla collaborazione con i privati: «I gioielli di famiglia si vendono quando sei disperato, non è ancora il nostro caso. Bisognerebbe coinvolgere i privati per far fruttare le proprietà, dal Castello di Pomerio si potrebbero ricavare venti alloggi da affittare».
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