I giovani e i curriculum snobbati
«Aziende, rispondeteci»

Con le storie di Giulia e Donatella cominciamo a raccogliere le testimonianze dei ragazzi. Brenna (Confindustria): bisogna trovare il tempo di dare un riscontro, hanno argione. Scriveteci

 COMO I giovani vogliono rispondere. A partire dai curriculum, anche a costo di incassare un no.

Il grido si alza dai ragazzi comaschi, di cui cominciamo a raccontare le storie. Poche settimane fa avevamo intervistato Donatella De Lellis, 25 anni, di Fenegrò, che ha pure lanciato un video per trovare attenzione e lavoro. Tra i motivi di sconforto (che lei supera con orgoglio) il silenzio quando invia i curriculum.

Come lei Giulia Leoni, 22 anni, di Cantù: da quattro anni lavora in bar e pub, anche fino alle tre di notte. Sogna una vita normale, lavorando cioè di giorno. Sogna, soprattutto, che qualcuno risponda ai curriculum. Per questo è rimasta colpita, quando ha scritto alla Riva1920 e la mattina dopo il titolare Maurizio le ha risposto, invitandola a una riunione.


Lei spiega: «Guardo spesso i siti. Mando curriculum, ma nel 90 per cento dei casi nessuno ti risponde, neanche per dirti che la posizione è stata occupata da un'altra persona o non sono interessati. E sto attenta con un annuncio generico, perché possono nascondersi delle truffe». Incitare le aziende a rispondere e rilancia la sfida: «Perché altrimenti non siete credibili e professionali».

Commenta Graziano Brenna, vicepresidente di Confindustria, che tanti giovani incontra: «Abbiamo le scrivanie sommerse di carta - sospira - Ma ciò non significa che non si dovrebbe rispondere».  Però lucidamente analizza: «Con un piccolo sforzo si potrebbe rispondere a tutti. Non con mail automatiche. Il tempo si deve trovare».

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