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Martedì 02 Aprile 2013
La cantata di Belcastro
con strumentisti de luxe
Debutterà sabato 6 aprile, alle 20.30 (biglietti a 10 euro), al teatro Sociale "Voglio una cosa dirti", cantata ispirata al biblico "Cantico dei cantici" composta dal musicista polistrumentista, cantante, autore e didatta, Marco Belcastro
Assieme al fratello Luca, a sua volta compositore noto in tutto il mondo, Belcastro è da considerare uno dei talenti più genuini e poliedrici emersi a Como.
Per eseguire questa nuova opera, che lo impegnerà anche alla chitarra e all'organetto diatonico, oltre che alla voce, si è circondato di altri apprezzati musicisti nostrani come Simone Mauri al clarinetto basso, Alberto Morelli (percussioni, sanza e ance etniche) e Franco Parravicini (chitarra e corde etniche) - ovvero il nucleo storico dei Dissoi Logoi - Clara Zucchetti (voce, vibrafono e percussioni) e con la partecipazione del Coro Macramè, nato al Caio Plinio Secondo e del coro La scatola di cachi, formatosi in un'analoga esperienza al liceo scientifico Paolo Giovio.
<+tondo>I brani corali sono stati arrangiati da Vittorio Liberti, storico collaboratore di Belcastro dai tempi dei The Muro, per chiudere un cerchio che così vedà impegnata sul prestigioso palco della massima sala cittadina, davvero la crema dei musicisti comaschi.
<+tondo>Tutti al servizio di un testo antichissimo che ha affascinato l'autore: «Mi sono avvicinato al "Cantico dei cantici" durante una collaborazione con la compagnia teatrale Arteventuale Teatro di Brugherio - racconta Belcastro - per la composizione di musiche a canti nell'allestimento di uno spettacolo. Ho letto varie versioni del Cantico, ma più di tutte mi ha colpito la traduzione poetica di Alonso Schokel, gesuita spagnolo, e alla sua traduzione mi sono ispirato per scrivere i brani dando alle parole una veste di suoni e melodia».
Sono numerose le musiche ispirate dal testo della Bibbia, dal Medioevo a un intero album di David Riondino. Belcastro spiega cosa caratterizza questa nuova versione: «I brani si alimentano di una musica melodica e di respiro che naviga tra sonorità europee e dei porti del Mediterraneo, anche grazie all'utilizzo di strumenti che arrivano appunto dalla tradizione musicale etnica, e traggono linfa anche dalla musica popolare e dalla canzone d'autore».
Lo spettacolo si avvale anche della narrazione di alcune storie e riflessioni personali scritte appositamente dal musicista comasco che, una volta terminata la scrittura dei dodici pezzi, ha maturato la decisione di presentarli in concerto in vista di una quasi certa produzione discografica. «Ho chiesto quindi l'aiuto di validi amici musicisti, tra cui Franco Parravicini per gli arrangiamenti, con alcuni dei quali collaboro da tanti anni».
Alessio Brunialti
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