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Venerdì 05 Aprile 2013
Paoli al Blue Note
con il jazz di Rea
"Senza contorno", si intitolava un suo disco di quasi vent'anni fa, in cui Gino Paoli rileggeva i suoi classici con il solo ausilio di un pianoforte.
Un'esperienza che si ripeterà stasera e domani (venerdì 5 e sabato 6 aprile) per quattro concerti al Blue Note di via Borsieri 37 a Milano (le performance delle 21 sono sold out, per quelle delle 23.30 biglietti "advance" a 50 euro, "door" a 55 euro)
Un'esperienza che si ripeterà stasera e domani (venerdì 5 e sabato 6 aprile) per quattro concerti al Blue Note di via Borsieri 37 a Milano (le performance delle 21 sono sold out, per quelle delle 23.30 biglietti "advance" a 50 euro, "door" a 55 euro).
A fare la differenza sarà proprio la parte strumentale affidata a un grande jazzista, Danilo Rea, capace di trattare come standard i brani firmati da questo sopravvissuto della canzone d'autore. È impossibile non sottolinearlo ora che anche artisti come Jannacci e Califano ci hanno lasciato, ma stiamo, inesorabilmente, lasciandoci alle spalle il Novecento: la "scuola genovese" a cui si ascriveva Gino, pure se originario di Monfalcone, si è praticamente estinta. Prima Tenco, che di Paoli fu amico e rivale in amore (e l'amore si chiamava Stefania Sandrelli), poi Bindi, De André, Lauzi, Endrigo... e poi Ciampi, Gaber, Battisti, Dalla, ora Enzo e il "Califfo", uscendo dalla Liguria. Resta solo Gino, 78 anni, una carriera musicale iniziata un lustro prima di quella dei Rolling Stones, una manciata di canzoni storiche che è impossibile non conoscere. "La gatta" e "Il cielo in una stanza" sono arcinote, "Sassi", "Senza fine" e "Sapore di sale" stanno solo un gradino sotto. Basterebbe questa manciata di brani a regalargli l'eternità.
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