Ovadia e Coletti al Sociale
«Consumismo superato»

Sala Bianca del Sociale gremita per il primo incontro delle Primavere edizione 2013. Il vescovo e l'attore concordi: «Bisogna andare oltre la cultura necrofila del consumismo»

COMO «Perché, Signore, i bambini muoiono?». Con questa domanda, già titolo di un editoriale dello scorso anno, scritto dopo la scomparsa del piccolo Simone Molteni di Orsenigo, portato via da una malattia rara dopo che i genitori avevano tentato di salvarlo con il trapianto del midollo, il direttore de «La Provincia» Diego Minonzio ha dato il «la» ai relatori dell'incontro di aperture delle Primavere di Como 2013, il vescovo di Como Diego Coletti e il musicista-attore Moni Ovadia.
Un pubblico numeroso ha riempito la Sala bianca del Sociale.
A dispetto del tema impegnativo - «Le ali dell'uomo», ovvero come riuscire a superare il dolore e la sofferenza per abbracciare la speranza - Coletti e Ovadia, il vescovo cattolico e l'intellettuale ebreo agnostico, hanno catturato l'attenzione con saggezza e ironia. Hanno avuto un dialogo interreligioso fondato su una comune spiritualità. «La prima cosa da fare davanti al dolore è stare in silenzio per acquisire un punto di vista distaccato - risponde Coletti -. Silenzio vuol dire rispettare la sofferenze, non avvolgerla nel vaniloquio». L'invito a staccarsi dalla «cultura necrofila» del consumismo è stato ribadito da entrambi i relatori. Ovadia ha esordato a riconquistare il valore della festa.

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