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Martedì 16 Aprile 2013
Dal Salone la conferma
Vince il modello Cantù
Nel raggio di 15 chilometri un patrimonio di competenze concentrato: ecco perché è leader nel mondo
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Chi la voleva pronta a cedere il passo dovrà ricredersi. La cosiddetta filiera del mobile, vale a dire l'insieme delle aziende artigiane che ruotano attorno al prodotto finito come lo conosciamo in fiera, o dalle vetrine di una qualsiasi esposizione, non è in declino.
Dal Salone internazionale del mobile i segnali sono confortanti in termini di numeri: 324.093 visitatori, 285.698 operatori del settore, una conferma per «lo strumento più importante di promozione dell'eccellenza creativa», come ha detto il presidente di Cosmit Claudio Luti.
Ma lo sono anche per Cantù e il suo futuro. Non manca, ovviamente, qualche accenno alla vetustà di alcune figure professionali («Coloro che possono fare un mobile di un certo livello non sono poi molti sulla piazza. Ragionando sul fatto che la loro età media è spesso oltre i 60 anni, è facile intuire che tra qualche anno mancheranno intarsiatori, falegnami e intagliatori», commenta Luca Galimberti, della Mab Cantù), anche se la visione tra gli operatori è tutt'altro che negativa.
«Anche se non strutturate - afferma Daniele Tagliabue di Emmemobili - le reti d'impresa nell'accezione più semplice dei termini già esiste. Magari non c'è sulla carta, ma lavora ogni giorno nei fatti per produrre quei mobili che poi volano in ogni parte del mondo».
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