«Noi, sfrattati a ottant'anni»
Grandate, appello degli anziani

«Vorrei sensibilizzare i lettori su una questione importante: il rispetto per gli anziani». A scrivere è Luisella Tosato, la figlia di una degli inquilini che presto dovranno lasciare la Curt du Peverell, gli appartamenti che il Comune ha deciso di vendere

GRANDATE «Vorrei sensibilizzare i lettori su una questione importante: il rispetto per gli anziani». A scrivere è Luisella Tosato, la figlia di una degli inquilini che presto dovranno lasciare la Curt du Peverell, gli appartamenti che il Comune ha deciso di vendere.
Così si legge nella lettera indirizzata al nostro quotidiano: «Chi ha deciso di vendere gli appartamenti non ha capito che dentro quelle mura abitano persone anziane, che per ovvi motivi di salute, età, difficoltà economiche non possono permettersi di acquistare case, nemmeno a prezzi agevolati».
Comprare casa a 80 anni, accendere un mutuo magari, non è una scelta oculata se manca il lungo termine. La signora Tosato prosegue: «In comune rispondono con il solito disco rotto: non ci sono soldi. Ci hanno detto che non è possibile fare selezione, ma si poteva fare una scelta in coscienza: i soldi comandano e l'umanità passa in secondo piano».
L'alienazione è rivolta prima ai residenti attuali, sono in nove per i dodici complessivi appartamenti, con uno sconto del 22.5%. Poi il bando sarà aperto a terzi interessati. La scadenza è stata prolungata dal Comune per venire incontro ai residenti, occorre formalizzare l'acquisto non più a giugno, ma entro settembre. Se gli anziani abitanti hanno poca voce per gridare, i loro figli sono sul piede di guerra, così dice Aurelia Frigerio per sua mamma Maria Elisabetta Ghirardelli: «Mia mamma non dorme più. Bisogna immaginarsi un trasloco dopo gli ottant'anni avendo vissuto qui per una vita. Quando entrò nella corte, il vecchio sindaco promise che non sarebbe mai dovuta andare via. Figurarsi se chi fatica a tirare fine mese può permettersi di comprar casa».
Anziani, magari vedovi, che hanno sempre pagato l'affitto, con un domani incerto. Figli e figlie hanno chiesto al comune uno stop alla vendita: chi è interessato a comprare compri, ma chi non può e non vuole, sia lasciato in pace in affitto.
Monica Luraschi, primo cittadino, così risponde: «Purtroppo non siamo più in grado di mantenere edifici nati un tempo come pubblici. Non possiamo più permettercelo, non potremmo affrontare le manutenzioni, per esempio. Io capisco la sofferenza a livello umano, ma devo farmi carico degli interessi della collettività».
I contratti d'affitto degli inquilini comunque scadono nel 2016, eventuali nuovi acquirenti dovranno fare i conti con i contratti in essere, c'è tempo quindi tre anni per valutare la situazione, magari fare domanda nelle case popolari Bustigo2.

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