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Mercoledì 01 Maggio 2013
Arbore e l'Orchestra italiana
in concerto agli Arcimboldi
Quella del concerto che Renzo Arbore terrà venerdì sera (3 maggio), alle 21, agli Arcimboldi di Milano in compagnia dell'Orchestra Italiana è davvero la cronaca di un successo annunciato
Il teatro di via dell'Innovazione si avvia al sold out (biglietti da 69 a 40 euro), come sempre accade quando questo showman annuncia una sua performance al punto che, anni fa, teneva in camerino un cartello che aveva trovato appeso alla biglietteria di una sala dove stava per esibirsi: «Arbore è esaurito», recitava e il doppio senso ha deliziato l'artista.
Di lui sappiamo tutto, o pensiamo di sapere tutto visto che ha trascorso gran parte dei suoi 75 anni sotto i riflettori. Eppure il "papà" di "Bandiera gialla" e "Alto gradimento", programmi radiofonici che hanno fatto epoca, l'autore di almeno tre delle più importanti trasmissioni della storia della televisione italiana ("L'altra domenica", "Quelli della notte" e "Indietro tutta"), il grande appassionato di jazz, ma esperto conoscitore di qualsiasi stile e genere musicale, da vent'anni a questa parte è definitivamente passato dall'altra parte del palcoscenico proponendosi come cantante, chitarrista e clarinettista (in curriculum ha anche un secondo posto a Sanremo).
Se il grande pubblico ama questa orchestra con cui lui, foggiano di nascita, sfoga tutto il suo amore per la canzone partenopea antica e moderna con arrangiamenti corali e festosi che piacciono in tutto il mondo, altri rimpiangono l'assenza dell'uomo televisivo. Arbore ne è ben conscio: «Come faccio a unire tante generazioni e tanti stili? Forse perché i giovani sanno che io non mi svendo. Non mi do per soldi, faccio quello che mi piace e che so che piace. Molto lo devo anche ai genitori di questi ragazzi, che a tavola parlano della televisione di Arbore e la rimpiangono».
Frasi che incontriamo in "Renzo Arbore, vita, opere e (soprattutto) miracoli", il bel libro pubblicato all'inizio dei quest'anno con cui Gianni Garrucciu racconta e spiega il "fenomeno": «Se è vero che ci ha avvicinati a diverse culture, a un mondo globalizzato - scrive - è anche vero che è rimasto molto legato alle proprie radici di uomo del Sud, di provinciale (come ama definirsi): insomma una sorta di Renzo Arbore glocal».
E su queste radici poggia il robusto albero dell'Orchestra Italiana, da quasi vent'anni una delle più apprezzate dagli Stati Uniti alla Cina, dal Messico al Canada. In questo nuovo spettacolo ai classici napoletani si mescolano gli inattesi successi del passato ("Il clarinetto", "Il materasso", "Ma la notte no") con omaggi a Totò, a Roberto Murolo ma anche alla romanissima Gabriella Ferri e pure a Nino Manfredi.
Alessio Brunialti
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