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Mercoledì 08 Maggio 2013
Il jazz della Domancich
chiude il ciclo a Lugano
Il concerto della pianista parigina conclude la stagione "Tra jazz e nuove musiche" delle Rete Due Rsi allo Studio 2 di Lugano Besso
Si conclude così in bellezza la seconda parte del ciclo dedicato alla musica improvvisata che, anche quest'anno, ha mostrato interpreti di spessore internazionale.
Sophia Domancich si è diplomata al Conservatoire Supérieur de Paris con un primo premio in pianoforte e uno in musica da camera. Scopre il jazz e l'improvvisazione grazie al sassofonista Steve Lacy e al direttore d'orchestra Laurent Cugny, che la invita nella sua Big Band Lumière.
La Domancich entra poi in contatto con la scena jazz e rock inglese, collaborando con Robert Wyatt, Elton Dean e Hugh Hopper (ex membri dei mitici Soft Machine), con il bassista, cantante e poeta gallese John Greaves (già con Henry Cow) e con il batterista Pip Pyle (Gong, National Health). Sempre con musicisti inglesi, il bassista Paul Rodgers e il batterista Tony Levin, costituisce nel 2001 il suo primo trio.
Sophia Domancich ha fatto parte, tra il 1997 e il 2000, dell'Orchestre National de Jazz sotto la direzione di Didier Levallet e ha in seguito dato vita ad altre sue formazioni: il quintetto Pentacle, il trio Dag, il duo che forma con il percussionista e batterista Simon Goubert.
È oggi una delle voci più interessanti del jazz e della musica improvvisata francese, con un approccio sempre aperto al dialogo e alla novità.
Il suo recente progetto "Snakes & Ladders" (letteralmente "Scale e serpenti", popolare gioco da tavolo nato in Inghilterra, simile al gioco dell'Oca) che verrà presentato a Lugano ha riscosso unanimi favori dal pubblico e dalla critica specializzata ed è stato nominato alle Victoires du Jazz (i Grammy francesi) nel 2011.
Accanto alle tastiere e ai campionamenti elettronici della Domancich, c'è la voce vellutata al malto del fido John Greaves - figura leggendaria del rock di Canterbury - la misteriosa cantante di origine giapponese Himiko Paganotti, il fantasioso chitarrista Eric Daniel, con le sue melodie oblique e armonie al puro metallo.
"Snakes & Ladders" - nella versione discografica si avvale anche dello straordinario apporto di Robert Wyatt - si muove tra intriganti sonorità alla frontiera fra jazz, elettronica, poesia e stralunato pop contemporaneo.
Andrea Cavalcanti
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