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Venerdì 10 Maggio 2013
Menaggio, coltivava canapa
Assolto. «Era della nonna»
«Le piante di canapa? Aveva iniziato a coltivarle mia nonna. Ci faceva le tisane. Diceva che facevano bene al cuore. Io, invece, mi facevo gli spinelli»
Si è giustificato così Francesco S., 28 anni di Menaggio, che assieme al padre, 54 anni, era chiamato a rispondere di coltivazione di sostanza stupefacente: la cannabis era usata in casa, come se nulla fosse, con le 30 piante coltivate nel giardino condominiale che erano trattate alla stregua di pomodori, basilico o rosmarino. Bastava innaffiarle, di tanto in tanto, per avere un ottimo preparato per infusi e tisane. D'altronde era la cura della nonna.
«Mia suocera faceva tisane con la marijuana - ha ricordato il padre - Aveva le piantine sul balcone. Quando è morta, mio figlio le ha portate in giardino e le annaffiava lui».
Quelle piantine erano state notate dai carabinieri, che dopo vari appostamenti, erano entrati in azione il 2 ottobre 2012, recuperando 30 piante, 456 grammi di canapa fresca e 115 grammi di foglie essiccate, arrestando padre e figlio. «Mio padre non ne ha mai fatto uso - ha spiegato Francesco - ma quando ha visto i carabinieri e le manette, d'istinto, è corso a strapparle via».
Una tesi che non ha convinto il pm d'udienza che ha chiesto per entrambi una pena di 2 anni e una multa di 5mila euro.
La difesa ha sostenuto che, come disposto da recente giurisprudenza, la coltivazione di canapa possa essere parificata alla semplice detenzione per uso personale se il quantitativo, al di là delle tabelle di legge, serva solo a se stessi. Per tisane o spinelli, non importa.
Secondo una perizia, il quantitativo serviva a produrre 30 dosi, visto che le piante erano ancora troppo giovani per produrre il principio attivo, il Thc. Il giudice Vittorio Anghileri ha assolto il padre per non aver commesso il fatto, e il figlio perché si trattava solo di detenzione per uso personale.
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