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Martedì 21 Maggio 2013
In scena la provocazione Urge
Bergonzoni distrugge la realtà
Alessandro Bergonzoni arriva al Teatro dell'Elfo di Milano da giovedì a domenica (da martedì a sabato alle 21 e domenica alle 16, biglietti da 30,50 a 12 euro, info www.elfo.org)
Il monologo si preannuncia "in linea" con lo stile tipico e particolare di Bergonzoni, artista che ha fatto della rivoluzione linguistica, della destrutturazione del periodo sintattico e dell'accostamento di parole per analogia, il suo marchio di fabbrica. È difficile spiegare in cosa consista la messinscena, e quale sia la materia che verrà trattata. «Urge per la terza volta, urge sempre, urge ancora, urge di più>>, scrive nelle note di regia lo stesso autore, come a sottolineare la necessità fisica di salire su un palcoscenico e di ipnotizzare lo spettatore in un vortice di parole che colpiscono come colpi sparati ad altezza d'uomo. Tutti gli strumenti dialettici vengono utilizzati da Bergonzoni che fa voto di "vastità", ovvero ci conduce in un paesaggio verbale e lessicale del tutto nuovo, in cui le certezze logiche sembrano scomparire, per lasciar posto a una nuova grammatica. Chi ha già avuto l'esperienza di osservare questo particolare uomo di teatro sulle scene, sa di cosa si sta parlando. Come un"pirata" delle parole, Bergonzoni ci travolge con la sua dialettica e dopo l'iniziale vertigine, lo spettatore entra nel labirinto dialettico costruito dall'attore e si ritrova un po' come Alice, nel "paese delle meraviglie", un mondo alla rovescia, dove quello che altrove non avrebbe senso, qui lo acquista, almeno per la durata dello spettacolo e anche oltre. <<Il teatro non solo non è una casa ma ti sfratta anche dalla tua: non devi più tornarci. Se torni a casa non hai captato, non hai cambiato, non sei andato>>, continua Bergonzoni. L'invito è dunque quello di non sedersi sulle proprie certezze e di andare, muoversi, agire, guardare dentro all'apparenza delle cose. L'attore sarà su una scena spoglia, da lui stesso ideata - in una logica di teatro artigianale - popolata solo da microfoni e luci, con strutture metalliche di sapore contemporaneo che si trasformano man mano, diventando anche dei piani sui quali Bergonzoni può mettere per iscritto, con la fantasia, le sue elucubrazioni. Da questo dirompente lavoro di distruzione della realtà consolidata, emerge (e ogni volta è come un miracolo) la comicità vera e intelligente di Bergonzoni, che si rivela mago della parola e della battuta umoristica di grande raffinatezza. Uno spettacolo certamente interessante, che non lascia uscire lo spettatore nello stesso stato d'animo con cui è entrato in teatro.
Sara Cerrato
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