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Mercoledì 22 Maggio 2013
Lo show di Vecchioni
Da Sanremo alla politica
Tutto esaurito al sesto incontro del ciclo Le Primavere di Como. Una vero e proprio show quello del cantautore Roberto Vecchioni; un dialogo con il pubblico che ha spaziato alla partecipazione a Sanremo, fino all'impegno politico. Prossimo incontro martedì, con Remo Ruffini, presidente e direttore creativo del marchio Moncler.
Poi, l'incontro è entrato nel vivo, sul tema "Questa maledetta notte dovrà pur finire", frase chiave del brano "Chiamami ancora amore" vincitore a Sanremo 2011. Vecchioni ha ringraziato il pubblico da tutto esaurito. «Parlando di cultura, ho l'impressione di far parte di una società segreta ma ora vedo questa sala piena e noi non vendiamo nulla».Quando è stata evocata la partecipazione nazional popolare al Festival, Vecchioni ha ricordato la genesi del brano, scritto in ascensore, dopo due parole scambiate con un portiere d'albergo. Ha spiegato che il suo intento è stato comunicare. «Sono spesso stato considerato di nicchia - ha affermato - e Sanremo è stata una rivincita. Dopo, ho scelto di non andare da Santoro o da Lerner, sarebbe stato troppo facile. Meglio Amici o Ballando con le stelle».
Ha anche affermato: «Si pensa che essere di sinistra voglia dire parlare solo ai colti ma è sbagliato. Lo si è visto, in questi ultimi tempi». Con entusiasmo da ragazzino, Vecchioni, che citava Kafka, Orazio, Pasolini, Merini con disinvolta padronanza, ha invitato tutti a "sbaragliare la notte". «Dobbiamo vincerla - ha esclamato - vivere il tempo che abbiamo, senza lamentarci, gioendo della vita e combattendo per renderla migliore».Alla domanda «Ha mai pensato di fare politica?», ha risposto: «Me l'hanno chiesto in molti ma non ho mai accettato. Non sono adatto. Preferisco sedermi dalla parte dei perdenti». E a proposito del governo Letta ha detto: «Faccio gli scongiuri per questo esecutivo ma per me è un assurdo. Due anni fa ci saremmo messi a ridere. Ora siamo al fondo del barile». E poi ancora «Destra e sinistra? Meglio parlare di gente onesta. L'onestà non è né di destra né di sinistra». Per concludere una riflessione sul Cristianesimo: «Una vera rivoluzione - ha esclamato - e poi adesso abbiamo anche un bel Papa!». Applausi, per il prof. Vecchioni.
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