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Il preside conferma che «sono stati dati 3 o 4 cinque in condotta, per dare un segnale a questi ragazzi di stare attenti». L’insufficienza, precisa, è stata deliberata per una serie di episodi negativi, che prescindono dai raid vandalici. Su questi ultimi, infatti, era stata fatta dal preside medesimo, sollecitato dal provveditore, una denuncia in Procura, che ha dato il "la" a un’indagine della polizia non ancora conclusa. «Su questa non sono autorizzato a dire nulla - sottolinea Indriolo -. Come scuola abbiamo dei forti sospetti circa i colpevoli, ma manca ancora la certezza». Che cosa, dunque, ha portato a infliggere un voto così pesante? «Una serie di note, di provvedimenti presi in precedenza, di convocazioni delle famiglie onorate solo in parte - dice Indriolo -. Provvedimenti che non sono scaturiti da un singolo episodio, ma da ripetute mancanze, che vanno dal non fare i compiti, al disturbare in classe, al litigare con il compagno». «Il 5 - aggiunge il preside - è un tentativo di porre un freno a questi comportamenti. Le minacce a voce hanno un certo effetto, ma quando il ragazzo e la famiglia vedono un voto scritto in pagella...».
Alla «Parini» non temono di aver violato la normativa ministeriale, anche se nessun alunno ha avuto 15 giorni di sospensione: «Abbiamo interpretato questo limite come vincolante per il secondo quadrimestre - specifica il preside - quando il 5 in condotta determina la bocciatura. Ma questo è il primo quadrimestre, quindi rappresenta soltanto un segnale. Abbiamo fatto riferimento ai nostri regolamenti interni, esercitando l’autonomia».
Finora gli unici 5 li aveva dati la Magistri cumacini, però prima che venisse pubblicato il regolamento ministeriale. In ogni caso, la decisione della «Parini» raccoglie il plauso del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Benedetto Scaglione. «Ho cercato di fare molta prevenzione in questi 7 anni di servizio a Como, ma a volte non basta e anche la repressione va messa in pratica». «Il 5 in condotta - prosegue - è utile, perché serve a far capire che la scuola è una cosa seria. Mi rattrista, mi angoscia e mi preoccupa il fatto che i ragazzi che colpiscono la scuola evidentemente la odino, mentre dovrebbero vederla come un posto dove si sta bene».
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