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Martedì 17 Febbraio 2009
Addio a Giuseppe Santangelo,
politico per passione
Lutto nel mondo della politica comasca: avrebbe compiuto 52 anni proprio oggi. Questo pomeriggio alle 15.15 il rito funebre nella chiesa parrocchiale di Rebbio
conclusioni». Così, meno di un anno fa, aveva annunciato le sue dimissioni da consigliere comunale. Non una parola sulla malattia che, da medico, di certo non ignorava.
In consiglio comunale è entrato per la prima volta nel 1990, con sindaco Felice Bernasconi. Poi i due mandati Botta e Bruni. «La città ha perso un uomo dalla grande passione politica - ha commentato il sindaco - Cattolico appassionato della città tanto da risultare a volte spigoloso e "scomodo" per la determinatezza delle sue idee. Mai impreparato sui temi e sempre pronto a discutere nel merito le questioni, lontano dal clamore che schivava scientemente. Fu lui a volere la procedura innovativa che ha portato all’abbattimento e al recupero della Ticosa. La sua malattia lo ha allontanato dalla politica, ma ho cercato fino all’ultimo di stargli vicino. Una grossa perdita, e una tragedia per una famiglia a cui era molto legato. Oggi il pensiero va a sua moglie e ai suoi figli». Il suo predecessore, Alberto Botta, usa poche parole: «Era uno che faceva la politica per passione, non certo per interesse. In risultati economici ci ha rimesso. Un vero appassionato della città, del poter dare qualche cosa al pubblico. Per quattro anni, durante il mio primo mandato, era in minoranza facendo un’opposizione severa e non cattiva. Poi ha avuto la capacità di riconoscere che non eravamo così male. Avevamo qualche idea diversa, ma animati dallo stesso senso della politica».
Nei compagni di politica dell’Udc prima di tutto Santangelo era «un amico». «Chi lo conosceva sa chi era, non ho parole, ma preghiere» dice un affranto Pierangelo Gervasoni. Giancarlo Galli, ex segretario provinciale Udc, ora dei Popolari liberali dice: «Oggi sarebbe più che mai utile la sua presenza nel mondo politico. Era uno che aveva idee, gusto della discussione, la passione per la sua città e che, da medico, si era messo a studiare l’urbanistica. Per questo lo prendevamo in giro chiamandolo "Beppino l’urbanista", molto prima che diventasse assessore. La trasformazione della città lo ha sempre appassionato».
Prima di essere un politico, Santangelo era un medico. Lo è stato dal 1985, lavorando anche al Sant’Anna e alla Ca’ d’Industria e come volontario per l’Unitalsi. «La mia professione - disse lui stesso dopo le elezioni della primavera del 2007 - è il nocciolo della mia vita e poi ho dedicato tutto all’impegno politico. Rimpianti? Aver dedicato molto meno tempo ai miei bambini e alla mia famiglia».
L’addio oggi, nel giorno del suo compleanno, alle 15.15 alla chiesa parrocchiale di Rebbio.
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