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Giovedì 19 Febbraio 2009
Via Parini, la città sepolta torna alla luce
Gli scavi nel giardino del palazzo Mugiasca hanno rivelato uno strato medioevale su cui è appoggiata la Como attuale
«Gli studi, coordinati dalla Soprintendenza ai Beni archeologici della Lombardia, ci diranno di che cosa si tratta»: parla l’architetto Ernesto Gandolfi, progettista e direttore dei lavori che inizieranno sullo storico palazzo al quale appartiene il giardino di via Parini. Facciata principale, su via Volta ed è opera di Simone Cantoni, la grande firma di Villa Olmo. «Stiamo procedendo secondo le indicazioni degli archeologi che catalogheranno il materiale rinvenuto e gli daranno una datazione - afferma l’architetto - l’intenzione del committente è quella di ricavare parcheggi sotterranei e poi di ricostruire il giardino che rimarrà di pertinenza dei 23, 24 appartamenti ricavati nel palazzo». Ma al di là dell’investimento privato che, tra l’altro, rianimerà un brano del centro storico, che cosa suggerisce il ritrovamento di reperti storici? «Per quanto posso valutare, finora - sottolinea il professionista - sta emergendo la tecnica di costruzione della nostra città: quella più antica, probabilmente pre esistente, non ancora accertata, è stata sepolta dalle alluvioni, dai riporti di terra, dalle gettate di materiale edile da demolizione. È nata la città medievale, che ha subìto lo stesso trattamento per la città in cui adesso viviamo. Gli archeologi e gli studiosi ricostruiranno tutte le componenti di vita nelle diverse fasi storiche».
Di sicuro, c’è «il mistero del sottosuolo comasco» e la sfida in corso consiste nel renderlo compatibile con le esigenze del XXI secolo. Ma finchè i lavori sono in corso, c’è chi si ferma a contemplare. Mai avrebbe immaginato che la Como nascosta fosse così ricca, così leggibile.
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