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Giovedì 26 Febbraio 2009
Sanità, tempi d’attesa lunghissimi
Ecco come fare per evitarli
Ieri intanto l’Asl ha convocato gli ospedali per verificare le criticità
Al di là dei programmi concordati tra Asl ed erogatori, è stato messo a punto un sistema territoriale, come spiega il direttore sanitario dell’Azienda di via Pessina, Antonino Bonaffini, che individua le zone entro le quali devono essere garantiti i tempi d’accesso alle prestazioni. La provincia è stata suddivisa in tre zone, nord, città e sud e in ognuna di queste zone ci devono sempre essere almeno due strutture in cui i tempi d’attesa sono contenuti entro i limiti regionali. Un esempio: risonanza magnetica nucleare, Rmn, della colonna vertebrale, 35 giorni il tetto fissato dalla Regione. Nelle strutture della zona Como nord i tempi d’attesa sono: 15 giorni al Sant’Anna, 16 giorni a Gravedona, 33 al Centro diagnostico San Nicolò, 40 all’ospedale Valduce. Ma la Asl fa notare che alla Sacra Famiglia di Erba, pur in zona Sud, il tempo d’attesa è di tre giorni e al San Paolo di Bregnano è di 27 giorni: qualcuno vuole approfittarne? Magari sì e per saperlo ha due modi: prenota tramite il Call Center al numero 800.638.638 dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20, oppure guarda sul sito Web della Asl, www.asl.como.it. Così scopre, per esempio, che per una ricostruzione di dente mediante otturazione, aspetterà 44 giorni all’ospedale di Menaggio, 57 all’ambulatorio di Dongo, un mese in via Pessina e 43 giorni a Cantù, per quanto riguarda l’azienda ospedaliera Sant’Anna. Aspetta 20 giorni a Lomazzo, Olgiate, Ponte Lambro e due/tre giorni in ambulatori dentistici privati convenzionati. Nel 2009, saranno sviluppati canali alternativi al numero verde per la prenotazione delle prestazioni ambulatoriali, come le farmacie e saranno coinvolti anche i medici e i pediatri di famiglia nella procedura. Già ora, se il medico di medicina generale e lo specialista individuano priorità, i tempi d’attesa sono più brevi.
Ma il paziente non è persuaso: se chiede una prestazione, è perché ha o sente di avere un problema e per rispondere ad un interrogativo sulla salute, anche una settimana è un tempo biblico. A maggior ragione, è eterno se riguarda sospetti per certe patologie.
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