Atto d’accusa:
"Le banche sono nemiche"

Dopo il caso dell’imprenditore costretto a chiudere, gli artigiani denunciano il sistema di credito

a.cavalcanti

Le associazioni degli artigiani puntano il dito contro le banche: «Gli istituti bancari sono sempre più restii a concedere i prestiti alle piccole imprese artigiane, ma intanto favoriscono le aziende più grandi». La storia della piccola impresa “Carlo Vale” di via Grandi, il cui titolare, Ruggero Bernacchio, si è visto negare un prestito di 30mila euro nonostante la ditta non abbia un solo euro di debito, ha suscitato le di solidarietà di Apa e Cna che denunciano una situazione davvero problematica. Molte piccole ditte devono fare i conti con una difficoltà di accesso al credito che rischia di metterle in ginocchio e farle scomparire. Contro questo rischio uno dei pochi appigli è rappresentato dai consorzi fidi. È il primo consiglio di Alberto Bergna, direttore di Cna Como: «Le associazioni hanno dato vita a questi consorzi proprio per dare forza alle singole imprese quando devono chiedere i fidi alle banche. Ogni anno garantiamo più di mille operazioni di credito alle piccole imprese attraverso Fidimpresa Lombardia che è lo strumento che si sono dati gli artigiani per potere trattare con gli istituti bancari. Il consiglio è di rivolgersi a questi consorzi prima di andare direttamente in banca. Purtroppo non stupisce che sia stato negato un prestito di soli 30mila euro. Cifra ridotta rispetto alla media dei prestiti richiesti dagli artigiani che si aggira intorno ai 50mila. Direi che in questo momento le banche sono “nemiche” della nostra categoria perché preferiscono concedere prestiti a imprese più strutturate e che non siano di tipo artigiano». Bergna parla poi di un salvagente che verrà gettato nel mare della crisi economica per dare aiuto agli artigiani: «A giorni sarà operativo il fondo da 50milioni di euro messi a disposizione da Regione Lombardia e Unioncamere (la Camera di Commercio di Como ha contribuito con 1 milione di euro, ndr) che aiuterà a dare ulteriori garanzie per accedere ai prestiti». Nella storia del signor Bernacchio, che pur di salvare la sua ditta di camicie e cravatte sarebbe disposto addirittura a cederla gratis, il presidente di Confartigianto Imprese di Como, Giorgio Colombo, ravvisa almeno tre problematiche: «C’è una oggettiva difficoltà di fare impresa. Il credito delle banche, poi, non arriva più così facilmente come prima, anche perché gli istituti prediligono le grandi aziende, anche se sono state sempre le grandi aziende e non gli artigiani a dare problemi al sistema bancario. Poi c’è una difficoltà legata al ricambio generazionale: sempre più difficile trovare giovani che vogliano investire nelle imprese».

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Lunedì 02 Marzo 2009

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