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Venerdì 06 Marzo 2009
Call center per molti, ma non per tutti
Sanità: chi prenota gli esami con il numero verde non riceve informazioni sulle strutture convenzionate
Il governo dei tempi di attesa spetta all’Asl e l’azienda sanitaria lariana ieri si è detta soddisfatta per i risultati ottenuti nel 2008 e in questa prima parte del 2009. Insieme alle note positive, però, è emersa anche una criticità: i limiti fissati dal Pirellone sono rispettati, ma non sempre il cittadino viene indirizzato verso la struttura che garantisce un’attesa minore rispetto alle altre. Nel caso delle strutture private, infatti, non tutte le tipologie di prestazioni e i relativi tempi di attesa sono inseriti nel database consultabile dagli operatori del Centro Unico di Prenotazione. Così, contattando il Numero Verde, non è possibile avere la certezza che la data proposta sia effettivamente la migliore. Chiamare direttamente qualche struttura privata, si potrebbe scoprire che per quella determinata visita o esame c’è la possibilità di aspettare meno: «Il problema esiste e il motivo è semplice - ha confermato il direttore del dipartimento Programmazione e controllo dell’Asl, Vittorio Bosio - Gli operatori del call center hanno a disposizione sul computer un elenco identico a quello che vedono gli operatori del Sant’Anna, ma non hanno invece l’agenda completa relativa alle strutture private. Si tratta di una lacuna che, in futuro, verrà colmata. E mi attiverò subito con la Regione per fare in modo che, per lo meno, i centralinisti spieghino all’utenza che la data riferita non è necessariamente la migliore, mi pare una questione di correttezza. Chiederò anche di rendere disponibile l’elenco delle strutture private in cui quella determinata prestazione viene erogata, in modo che i cittadini sappiano quali ospedali possono provare a contattare. In ogni caso già oggi il Numero Verde funziona bene ed è in costante miglioramento».
Quanto al rispetto dei tempi d’attesa fissati dal Pirellone: «Come richiesto, in almeno due strutture nella zona Nord e in altrettante nella zona Sud restiamo sotto il tetto dei 30 giorni per le visite e dei 60 per le prestazioni strumentali - ha detto il direttore generale Roberto Antinozzi - E garantiamo anche la tempistica prevista per visite ed esami che rientrano nelle aree critiche, come quella oncologica o cardiovascolare. Se poi un cittadino vuole a tutti i costi recarsi presso un determinato ospedale, è libero di farlo, ma non è detto che l’attesa sia breve. Se il singolo ospedale - ha proseguito Antinozzi - non rispetta il tetto regionale senza un valido motivo, viene penalizzato. Ci sono deroghe solo in caso di manutenzione alle strumentazioni o esigenze simili». «Il problema di fondo - ha concluso Bosio - è la scarsa disponibilità di alcuni pazienti a spostarsi dall’ospedale di fiducia. Ma non bisogna fare molti chilometri, visto che il 99% delle prestazioni viene erogato nei tempi previsti dalla Regione a Como, Erba oppure Cantù».
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