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Martedì 17 Marzo 2009
«Tolgono denti, non sono medici»
Nei guai uno studio di odontotecnici
In quattro accusati di associazione a delinquere e lesioni gravi. Sigilli allo studio in largo Silo. Rischiano pene pesantissime
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Già due anni fa Piacenti, Ghionzoli e Tremari erano finiti sotto la lente della procura, che nel luglio 2007 aveva emesso la richiesta di un decreto penale di condanna a loro carico per esercizio abusivo della professione. Il nuovo fascicolo ipotizza reati ben più gravi, basti dire che la sola accusa di lesioni aggravate (qualora fosse accolta dai giudici) prevede una pena dai tre ai sette anni di reclusione.
In tutto sono una ventina le parti lese individuate dalla magistratura. Pazienti dello studio di largo Silo ai quali Piacenti, sostiene l’accusa, avrebbe effettuato delle estrazioni senza averne l’abilitazione. Ai quattro indagati viene contestato il passaggio del codice in cui si sottolinea che la «lesione è grave se il fatto produce l’indebolimento permanente di un senso o di un organo».
Punto Dentale, società nata nel 2003 in liquidazione volontaria dal marzo 2007 (da quando cioè la procura si era interessata alle sue attività), aveva un discreto giro di pazienti prima che arrivassero i sigilli della procura a interrompere l’attività. L’ambulatorio era anche convenzionato con il servizio sanitario regionale. A questo punto gli indagati hanno tempo tre settimane per difendersi, prima che la procura decida se chiedere il processo per tutti quanti.
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