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Martedì 17 Marzo 2009
Piano e case e cemento
Il lago in allarme
Pandakovic (Fai): «La possibilità di ampliare del 20 per cento qualsiasi immobile ci riporta indietro di due secoli»
COMO Allarme sul Lario per il piano case voluto dal premier Silvio Berlusconi. Si teme una nuova ondata di cemento. «La possibilità di ampliare del 20 per cento qualsiasi immobile ci riporta indietro di due secoli». È la prima e amara constatazione dell’architetto Darko Pandakovic, noto professionista comasco e sindaco di Brunate, docente di architettura del paesaggio e neo-presidente dei Lions di Cernobbio, oltre che esponente del Fondo ambiente italiano, dinanzi al piano casa di Berlusconi. «È esattamente da duecento anni che l’edilizia non è più lasciata alla gestione individualistica e arbitraria dei cittadini e occorre anche considerare, tra l’altro, che a quell’epoca la parola speculazione era ancora sconosciuta. Si sta perdendo, a mio avviso, il senso delle istituzioni - prosegue Pandakovic - con il cittadino che può costruire liberamente di sua iniziativa in barba a qualsiasi parere di commissioni di esperti. È una cosa folle e preoccupante, soprattutto in un ambito come il nostro, fra Como, Sondrio e Varese, che risulta quello a maggior densità abitativa in Europa. Cosa succederà, in modo particolare, sul Lario, dove negli ultimi anni sono stati compiuti disastri non da poco? Senza più regole è facile immaginare quali saranno le conseguenze. L’ambiente e il paesaggio rappresentano la peculiarità e la ricchezza del territorio lacustre: una volta rovinati, purtroppo, non si recuperano più».
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