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Mercoledì 18 Marzo 2009
Sequestrata l’auto al seguito della gara di ciclismo
Sacrificata a una vecchia legge: era una delle macchine che accompagnavano i ciclisti al giro dell’Insubria
La differenza rispetto al solito: l’auto bloccata era al seguito della Gara ciclistica «Gran Premio dell’Insubria», era un mezzo di servizio ad un’occasione di amicizia e di collaborazione transfrontaliere. Il caso è finito al Governo di Bellinzona, portato da un’interrogazione dell’onorevole Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi) e rappresenta una nuova tappa del conflitto in corso sulla «reciprocità di trattamento»: il Canton Ticino, a vario titolo, accusa la Lombardia e l’Italia di non trattare imprenditori e lavoratori cantonali e confederali come invece vengono trattate imprese e lavoratori italiani in Svizzera. «Nell’ottica della famosa reciprocità, come valuta il Governo l’episodio dell’automobile bloccata?», chiede infatti l’onorevole Quadri. Ed aggiunge: «E a che cosa serve la Regio Insubrica se situazioni come queste si verificano proprio in un Gran premio dell’Insubria?». Mentre Bellinzona approfondisce, la dogana di Ponte Chiasso esclude ogni responsabilità: l’auto al seguito della carovana non è passata da Como. Forse è passata da Stabio Gaggiolo, qui non risulta, secondo quanto s’è appreso, alcun verbale del genere. Ma se è così, è la prova che ogni valico fa da sé. Como dipende, ovviamente, dal tribunale di Como, il quale è il massimo esperto nazionale in questioni doganali e di confine, avendo trattato migliaia di cause d’ogni sorta in tema di import - export irregolari, illegittimi ed illeciti. Ad un certo punto, poiché il 90% delle sanzioni irrogate dalla dogana venivano impugnate e le opposizioni venivano accolte, per risparmiare costi e procedure, la dogana di Como s’è orientata diversamente: la prima volta in cui un soggetto italiano, privo di autorizzazione doganale, in rapporto di lavoro con la Svizzera e attività che prevede l’uso dell’auto aziendale, viene beccato alla guida di un’auto svizzera, riceve un richiamo. L’auto è sequestrata e il soggetto è sanzionato solo la seconda volta. L’ultimo episodio risale a novembre: un frontaliero è stato bloccato alla guida di un’auto aziendale ticinese. L’automobile è stata trattenuta, ma nei giorni successivi, l’uomo ha presentato la dichiarazione del datore di lavoro, s’è regolarizzato e l’automobile gli è stata restituita. Ormai, i casi in un anno sono pochi, ma prima della nuova procedura si susseguivano al ritmo di almeno uno la settimana e, tuttavia, le pronunce dei tribunali, in Italia, restano difformi: c’è chi assolve e chi condanna, chi proscioglie e chi rinvia a giudizio. Resta una conferma, su tutte: c’è la libera circolazione delle persone e non delle merci fra Europa e Svizzera. Tutte le stranezze discendono da qui.
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