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Venerdì 20 Marzo 2009
Quella pazza voglia di caffè in centro
In città aumentano le aperture di bar e ristoranti. L’assessore: «Speriamo aprano anche di sera»
Nel solo arco dell’anno scorso le nuove aperture sono state 4. Il caso di via Luini, via centrale dello shopping tra le mura, è emblematico: fino a un anno fa si contavano solo due bar, ora ce ne sono quattro. I due nuovi esercizi, aperti negli ultimi mesi, hanno sostituito un negozio d’abbigliamento e un ottico. In via Indipendenza fino a pochi mesi fa c’era un’agenzia di viaggi. Ora c’è un locale aperto sette giorni su sette, dalla mattina fino alle 2 di notte, dove si può fare colazione, si può pranzare, bere e cenare. All’angolo tra via Lambertenghi e via Tatti c’era un negozio di articoli sportivi. Il locale è stato rilevato e ristrutturato per ospitare un esercizio che mischia la funzione di fioraio a quella di bar; all’esterno la piazzetta che fino a una settimana veniva usata dai residenti come posteggio ora è occupata da tavoli e sedie pronti a fare accomodare i clienti nella bella stagione. Per l’assessore al Commercio, Antonietta Sosio, il centro storico ha solo da guadagnarci dalle nuove aperture di pubblici esercizi. «Sono aumentati - commenta l’assessore - perché c’è richiesta di questa tipologia di esercizi che offrono la possibilità di pranzare senza dovere andare in veri e propri ristoranti, pizzerie o trattorie. Qualche bar in più può essere solo un vantaggio, soprattutto se è aperto anche di sera. Innanzitutto può rappresentare un’attrattiva in più per i turisti, in modo particolare nel periodo di primavera-estate. Vedere una città completamente priva di vita dopo le 20 di sera non è certo stimolante. Dovremmo guardare di più a esempi come Lugano o la stessa Milano dove i locali aperti anche nelle vie più centrali sono molti». Il rischio, però, è che i nuovi locali notturni in centro storico entrino per così dire in corto circuito con la tradizionale vocazione residenziale della zona. «E’ chiaro che nessuno vorrebbe il bar sotto casa - conclude la Sosio - ed è per questo che i nuovi esercizi devono innanzitutto pensare alla qualità e al decoro. Poi bisogna rimettersi anche alla buona educazione degli avventori».
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