Mariano, l'omicidio del vigile
Il padre voleva uccidersi

Resta in carcere Vincenzo Raimondo, 77 anni, che ha sparato martedì mattina al figlio Giuseppe, 37 anni, agente della polizia locale: è accusato di omicidio volontario premeditato

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MARIANO COMENSE «Volevo uccidermi. Ma poi... Ho sparato a mio figlio». Sono queste le ammissioni di Vincenzo Raimondo, il pensionato che nella mattinata di martedì aveva sparato nella sua abitazione di Campli due colpi di fucile contro il figlio Giuseppe, 37 anni, da cinque anni in servizio come agente di polizia locale a Mariano Comense. Ieri mattina, con l’interrogatorio di convalida, il Gip del tribunale di Teramo ha confermato l’arresto e ha disposto che l’anziano tornasse in carcere. Respinta la richiesta, da parte dell’avvocato difensore d’ufficio Eleonora Lauletta, di arresti domiciliari, basata anche sull’età dell’uomo, 77 anni. Ma evidentemente il giudice ha ritenuto che le condizioni dell’anziano fossero compatibili con la detenzione in carcere.
«Volevo uccidermi - ha confessato - Ma poi... È successo quello che è successo». L’uomo ha confermato di aver sparato due colpi con il suo fucile Beretta calibro 12, uno al torace e l’altro al volto del figlio, alle 7.30 del mattino, quando Giuseppe Raimondo si trovava nel suo letto. E per lui, nonostante i soccorsi, non c’è stato nulla da fare.
La procura di Teramo contesta all’uomo l’omicidio volontario premeditato.

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Giovedì 19 Marzo 2009

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