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Lunedì 23 Marzo 2009
La crisi in Svizzera
allarma i frontalieri
Val d'Intelvi: timori per gli oltre 500 lavoratori della zona: le aziende oltreconfine hanno cominciato a licenziare
SAN FEDELE INTELVI C’è grande preoccupazione tra gli oltre 500 lavoratori frontalieri di San Fedele e dintorni sulla crisi economica che sta colpendo molte aziende oltreconfine. A lanciare il grido l’allarme su un territorio il cui indotto economico è stato stimato in oltre un milione e cinquecentomila franchi mensili sono stati Sergio Aureli, Renato Quadroni Francesca Scalise della Cgil - Unia che hanno radunato in assemblea i frontalieri. In pericolo oltre al posto di lavoro per molti di essi -alcune aziende hanno già cominciato a licenziare -, dal prossimo primo giugno la disoccupazione, aggravata dagli aumenti delle imposte alla fonte attraverso le quali i frontalieri sono chiamati al risanamento delle finanze del Canton Ticino e l’abbattimento di una parte del «secondo pilastro», attraverso il quale, come tutti i lavoratori svizzeri, anche i frontalieri sono chiamati a risanare le perdite fatte dalle casse pensioni attraverso la riduzione del tasso di interesse e delle rendite. «L’Unia - ha spiegato Sergio Aureli - ha lanciato un referendum in Svizzera per impedire il saccheggio di queste rendite».
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