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Martedì 24 Marzo 2009
Casa del fascio, il sindaco «gela» Rallo
Bruni stoppa il trasferimento della finanza: «Senza progetto, è meglio che le cose restino come sono»
Ma a gelarlo è direttamente il sindaco Stefano Bruni che mette le mani avanti e, sostanzialmente, dice che per ora non si sposterà nulla. Niente traslochi in vista, quindi, e niente sfratti. Né virtuali né reali. «Attualmente - spiega il primo cittadino - la guardia di finanza resterà lì in assenza di un progetto per l’utilizzo del palazzo serio e valido che non c’è».
Rallo aveva parlato di una possibile apertura della struttura razionalista come museo, ma ora è Bruni a congelare l’iniziativa. Il motivo? Altissimi costi di manutenzione, rischio di ritrovarsi con un gioiello vuoto e senza destinazione di utilizzo. In pratica la tesi è questa: con le fiamme gialle la struttura viene mantenuta al meglio ed è comunque fruibile, se fosse affidata al Comune bisognerebbe pensare innanzitutto a come utilizzarla. Una sala convegni? Riduttivo e poco compatibile con gli alti costi che richiede il simbolo del razionalismo per la conservazione.
«Il nodo - chiarisce Bruni - è che Palazzo Terragni può essere solo museo a se stesso e quest’ipotesi è molto costosa senza un progetto valido in accordo con la Regione e con il ministero dei Beni culturali. Per ora, quindi, è bene che resti lì la guardia di finanza che in tutti questi anni ha curato la struttura preservandola al meglio».
L’idea di valorizzare Palazzo Terragni si trascina da tempo. Nell’aprile scorso era stato l’assessore alla Cultura Sergio Gaddi a ipotizzare un progetto legandolo all’Expo e a rilanciare una querelle già emersa in passato. «Abbiamo di fronte un’occasione d’oro per trasformare l’edificio di Giuseppe Terragni in un “museo di se stesso” - aveva detto quasi un anno fa Gaddi - Credo che nell’arco di sette anni sia possibile trovare senza problemi una nuova sede per il comando della Guardia di Finanza». Gaddi non pensava a uno spazio espositivo tanto che, per l’archivio Terragni, ipotizza una soluzione diversa: «Potrebbe essere ospitato in pinacoteca».
Per ora, però, come detto, non si sposterà nulla. Il comandante della finanza, Rodolfo Mecarelli, aveva già chiarito di non aver nulla in contrario a un trasloco, ma non aveva fatto mistero che la nuova sede sarebbe dovuta rimanere in centro, trattandosi del comando provinciale. Il primo passaggio, in ogni caso, sarà la creazione di un progetto, base di partenza per poter chiedere finanziamenti e contributi al Pirellone e a Roma.
Solo a quel punto si potrà decidere se e quando la guardia di finanza dovrà lasciare l’immobile e la destinazione futura. La tempistica, comunque, è tutt’altro che breve.
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