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Giovedì 07 Maggio 2009
Febbre suina, è comasco
il primo caso lombardo
Risultata positiva una 38enne di ritorno da una vacanza in Messico
Curata al Sant’Anna è già rientrata a casa: non è in gravi condizioni
All’ospedale Sant’Anna, neanche un accenno. Silenzio anche della direttrice del dipartimento di prevenzione della Asl di Como, Maria Gramegna, uno dei tre referenti regionali per la sindrome influenzale da nuovo virus A/H1N1, come dev’essere chiamato per lasciar stare i maiali che non c’entrano niente.
Virus in attenuazione, come assicurano gli esperti: non è la “spagnola” del 1918. Ma proprio ieri, la direzione generale Sanità presso la giunta regionale lombarda ha diffuso una nuova circolare, “ulteriori indicazioni operative per sorveglianza, controllo, prevenzione” in tema di sindrome influenzale da nuovo virus H1N1.
Intanto, c’è un punto che spiega la procedura per le analisi e perchè occorre tempo: il doppio tampone nasofaringeo dev’essere inviato ad uno dei tre laboratori di riferimento regionale, nel caso specifico l’ospedale Sacco di Milano, con conferma di un laboratorio universitario, il servizio di virologia dell’Università di Milano, il quale a sua volta tiene i contatti con l’Istituto Superiore di Sanità. E questo in attesa che risultino disponibili i test rapidi per l’identificazione della nuova variante del virus.
La circolare definisce anche le caratteristiche dei casi sospetti per la nuova influenza : persone provenienti da Paesi a rischio, che presentano febbre superiore a 38 gradi, tosse e difficoltà respiratorie. Ma questi sintomi potrebbero anche non essere riconducibili a H1N1: c’è chi è tornato dagli Stati Uniti o dal Messico con la febbre, la tosse e il respiro corto. Gli aveva fatto male l’aria condizionata dell’aereo, è stata messa in atto la procedura, percorsi separati in ospedale, mascherina chirurgica, isolamento respiratorio, come prescrive la circolare regionale, ma gli specialisti hanno poi escluso malattia infettiva e rischi di contagio. Era un altro agente. Già diversi sono stati i casi in Italia classificati come sospetti, fortemente sospetti, ma le indagini di laboratorio non hanno confermato. A Como e provincia, la rete di vigilanza Asl rimane attivata.
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