Comasca positiva ai test:
è davvero febbre suina

Gli esami del "Sacco" e del Servizio di virologia coincidono: la donna aveva il virus. Ora sta bene. Sotto osservazione i familiari

p.berra

Positività ai test di laboratorio dell’ospedale Sacco di Milano e del Servizio universitario di virologia: è davvero il virus A/H1N1 della nuova influenza ad aver colpito una comasca di 38 anni, di ritorno da una vacanza in Messico. E’ attesa di ora in ora la validazione dell’Istituto Superiore di Sanità, ultima tappa del percorso per formulare la diagnosi, ma non ci sarebbero più dubbi: è comasco il primo caso lombardo di febbre impropriamente detta suina. Un caso sul quale perdura il silenzio più fitto delle autorità sanitarie locali, in quanto la gestione delle comunicazioni è in capo alla Regione Lombardia, ma è sicuro che la donna è guarita, sta bene, è a casa sua, informata sulla necessità di osservare alcune misure: il filo diretto con il proprio medico curante, restare al proprio domicilio sino a sette giorni dal termine della sintomatologia, evitare le visite di altre persone esterne ai conviventi, evitare contatti stretti e ravvicinati con i propri familiari, l’uso di stoviglie in comune, dormire in letto singolo. E’ in queste misure che consiste la quarantena, come prescrive la circolare regionale che esorta la Asl a controllare l’andamento della paziente direttamente coinvolta e a valutare se è il caso di sottoporre a profilassi le persone in contatto stretto, ravvicinato, prolungato e continuativo.

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Venerdì 08 Maggio 2009

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