«Tangenziale, al Bassone
centinaia di espropriati»

Via Frisia, il tunnel uscirà in un giardino. A rischio la nuova casa Aler
Gaffuri e Lucini (Pd) sul secondo lotto: «Il caso in consiglio comunale»

a.cavalcanti

La tangenziale in cantina, che sbuca in giardino o, addirittura, sotto un nuovo palazzo Aler non ancora ultimato. Il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Luca Gaffuri, e il presidente della Commissione urbanistica, Mario Lucini (pure Pd), lanciano l’allarme espropri per la zona compresa tra il Bassone (ferrovia-ex cava Mannini) e il curvone di Trecallo. Il pericolo è legato al percorso del secondo lotto della futura tangenziale e riguarda in particolare via al Piano, via Giudici, via Frisia e via Ninguarda. I due esponenti dell’opposizione, partendo «dalle centinaia di mappali oggetto di esproprio nel territorio comunale» pubblicati sul sito www.pedemontana.com, chiedono che l’argomento venga portato «al più presto» all’attenzione del consiglio comunale: «L’amministrazione ha il dovere di tutelare i residenti. È necessaria una corretta e tempestiva informazione ai cittadini per capire l’impatto effettivo dell’opera e chiarire gli strumenti per fare ricorso. Questo non solo per chi rischia di vedersi abbattere la casa, ma per tutti gli espropriati: di porzioni di proprietà o anche oggetto di provvedimenti temporanei per le attività di cantiere.E si dovrà anche correggere i clamorosi errori sui mappali, alcuni dei quali fanno addirittura riferimento ad altre zone della città...». L’allarme, in particolare, riguarda la porzione dall’ex cava Mannini a via al Piano e via Giudici, dove il percorso correrà sotterraneo. «Il problema - puntualizza Gaffuri - è di capire l’esatta profondità del tunnel. Inizialmente era stata ipotizzata quota 14 metri, praticamente nella falda acquifera dell’oasi, e ora si parla di 4, il che significa abbattere gli edifici soprastanti. È evidente che si deve far chiarezza...». Il caso limite è in via Giudici, dove a giorni verrà consegnata la nuova palazzina dell’Aler. Sotto, manco a dirlo, passerà il tunnel. «Questa - aggiunge il capogruppo del Pd - è davvero la situazione più clamorosa, che denota l’assenza totale di programmazione urbanistica». Il tunnel dovrebbe poi riemergere in via Frisia (per ragioni di sicurezza i tratti interrati non possono superare i 2,9 km), proprio nel giardino della cascina Gatti, per proseguire in trincea per mezzo chilometro e tornare in profondità in direzione Trecallo-Montorfano-Albese. Il Pd, a inizio anno, trovò un punto di convergenza con la maggioranza sul I lotto, bloccando la modifica del percorso che avrebbe minacciato da vicino le case di via San Bernardino (tra Sant’Antonio e Camerlata), ma si astenne sul recepimento globale del tracciato. «Il motivo - spiega Lucini - risiede proprio nell’assenza di chiarezza sul II lotto e, in particolare, rispetto alla vicinanza all’oasi del Wwf e alle abitazioni del Bassone. Grazie all’azione dell’opposizione, che ha espresso perplessità fin dal 2002, il percorso è stato quasi integralmente interrato, ma l’elenco dei mappali da espropriare ha rimesso in allarme l’intero quartiere. Non solo: chi ha provato a chiedere lumi in Comune o in Regione ha avuto risposte contraddittorie. La gente ha diritto di sapere se dovrà convivere per qualche tempo con il cantiere o se si vedrà l’abitazione rasa al suolo... Finora, a differenza di quanto avvenuto a Grandate, non c’è stata chiarezza. Ora vogliamo risposte ufficiali nella sede più propria: il consiglio comunale».

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Sabato 09 Maggio 2009

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