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Martedì 12 Maggio 2009
«Il Papa di nuovo a Como? Si può fare»
Ma per il prefetto reggente della casa pontificia, ieri in città, «deve esserci una motivazione forte»
Ieri, monsignor De Nicolò era a Como per visitare il simbolo della cristianità comense, la basilica di sant’Abbondio, accompagnato dall’imprenditore canturino Enrico Tagliabue, amministratore delegato della Tabu, amico di famiglia. L’11 settembre 1997 fu il futuro Papa Benedetto XVI a varcare le soglie della basilica ed è ancora un giorno 11 da segnare sul libro dei fatti & personaggi salienti a Como. Come allora, a far da cicerone, il professor Mario Mascetti, studioso di storia locale, con l’avvocato Pierluigi Vimercati, esponenti della famiglia Tagliabue, il Rettore della Basilica, Don Maurizio Mosconi e l’incaricato diocesano per la catechesi, Don Battista Rinaldi.
Un sorriso largo così in monsignore quando gli hanno portato i saluti del Vescovo Diego Coletti, ricambiandoli con grande calore. Ma ha manifestato vera passione quando il professor Mascetti, dopo avergli illustrato i particolari architettonici, pittorici e storici della basilica, gli ha sottoposto una teoria in cerca di conferme: nei primi secoli, i Vescovi venivano sepolti in un sacello esterno alla basilica e il coro si presenta profondo, adesso, perchè fu costruito per includere i sepolcri. «Dovreste eseguire scavi per verificare quest’ipotesi che non è infondata», ha incoraggiato monsignore, accompagnato nei sotterranei per prendere atto con i propri occhi dei presupposti della teoria, poi nel giardino e ha dato indicazioni per rimuovere pietre, terra e raggiungere il sottosuolo. Ha notato che le arche sotterranee sono rivolte non verso la navata della basilica, ma verso l’esterno. Significa che i sepolti erano rivolti verso il punto più importante, appunto la tomba di sant’Abbondio, che dunque doveva trovarsi fuori dalla basilica paleocristiana. Ha insistito per gli scavi, il Vescovo De Nicolò.. «La cultura di Papa Benedetto – ha aggiunto – è sterminata, ma il Pontefice è interessato alle opere d’arte, ai restauri, alle riscoperte del passato, vuol recarsi di persona nel cantiere della Cappella Paolina per affrettare i lavori. Ecco l’occasione per invitare Papa Ratzinger a Como: gli scavi in Sant’Abbondio, alla ricerca di una struttura paleocristiana non ancora identificata». Ma in questa antichissima diocesi forse sì, forse no, frequenta la Messa il 10% e ci sono i praticanti non credenti: che cosa potrebbe dire al cuore, agli occhi della fede, ritrovare l’originario sepolcro di un Vescovo di 1.520 anni fa?
«Prima della fede, c’è l’umanesimo e c’è la psicologia: riscoprire il passato religioso rappresenta la conferma delle proprie radici. Dal punto di vista spirituale – osserva monsignore - rappresenta il raccordo con tutti coloro che ci hanno trasmesso la fede». Si ferma, quasi rievoca le parole di Papa Wojtyla, quando disse:«Comaschi ricchi, ricchissimi» ed aggiunge:«E’ una ricchezza messa a prova dalla crisi economica. Si risveglierà la fede. Le porte del Redentore sono aperte». Il professor Mascetti è visibilmente emozionato: da tempo, insiste per chiarire i misteri della basilica di Sant’Abbondio, di cui conosce ogni minimo dettaglio. Monsignore lo galvanizza:«Se appena appena trovate qualcosa – raccomanda- fatemi un fischio. Accorro. Sono convinto che qui ci sia un museo archeologico rilevante».
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