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Sabato 16 Maggio 2009
Producevano false griffes
Nei guai due aziende tessili
Una è di Como, l’altra di Bulgarograsso. Sequestrata merce per 2 milioni
L’operazione è valsa a ripulire i mercati del Nord Italia - dalla Chinatown milanese di via Paolo Sarpi fino a Biella, passando per la provincia di Como - di un impressionante quantitativo di merci contraffatte per un controvalore complessivo di circa due milioni di euro. Ci sono anche quattro denunce, una delle quali riguarda un cittadino cinese: oltre alla riproduzione abusiva di un marchi le fiamme gialle contestano a tutti anche il reato di ricettazione.
Le denunce sono l’approdo di una attività di indagine che aveva preso le mosse dal sequestro di 5500 capi, rinvenuti in un negozio di Chinatown, nel capoluogo lombardo. Gli investigatori erano risaliti prima a un grossista attivo nel Biellese e da lì a «due piccole imprese» (unico dettaglio reso noto dalla guardia di finanza) del Comasco, una con sede nel capoluogo, l’altra con sede a Bulgarograsso. Iproprietari - che compaiono nella lista dei denunciati - abbinavano alla regolare attività di produzione di tessuti stampat, una linea parallela di falsi con i quali arrotondavano i fatturati grazie a cliché e quadri ricalcati sui modelli delle griffes più blasonate, da Gucci a Burberry’s fino a Louis Vuitton e Chanel. Tra Como e Bulgarograsso sono stati recuperati e confiscati altri 7800 capi finiti, 5300 metri di stoffa già lavorata, 40 cliché.
A capo della rete c’era comunque il grossista di Candelo, in provincia di Biella. Nel suo magazzino sono stati ritrovati oltre 300mila articoli già confezionati ma anche rotoli di tessuti grezzi.
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