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Lunedì 18 Maggio 2009
Via Pino, arrivano i tappeti
Il centro islamico riaprirà
Lavori all’ex moschea. Anche di sera con la fiamma ossidrica
L’ex magazzino di via Pino era rimasto chiuso dal dicembre del 2005, quando il Comune, dopo una serie di manifestazioni della Lega Nord che denunciava che all’interno c’era una moschea abusiva, accertò le irregolarità e con un’ordinanza lo rese inutilizzabile come luogo di culto.
Dopo un lunghissimo e teso braccio di ferro con il Comune (i musulmani erano arrivati a presidiare il consiglio comunale, a pregare nel cortile di Palzzo Cernezzi e sotto le mura) e dopo una lunga trafila burocratica - dovuta anche ad alcune imprecisioni tecniche degli stessi islamici - l’iter per la riapertura del centro è arrivato a conclusione nel settembre del 2007, quando la comunità ha ottenuto il cambio di destinazione d’uso da magazzino a centro culturale.
Le prescrizioni imposte dall’amministrazione comunale prevedevano la realizzazione dei servizi igienici e alcuni documenti per annunciare la riapertura definitiva della struttura. Da allora, però, era rimasto tutto fermo. «Abbiamo dei problemi economici» la spiegazione di El Sisi. Questo ha ripetuto fino al Ramadan che si è celebrato in piazza d’Armi a Muggiò lo scorso settembre tra le polemiche (il Comune aveva bocciato la richiesta della comunità di installare una tenda e aveva indicato come luogo di preghiera il parco delle Rimembranze, raggiungibile solo a piedi e completamente buio essendo all’interno della Spina Verde).
Adesso, però, le cose sono cambiate e in via Pino si lavora. In più di un’occasione lo stesso El Sisi aveva chiarito che non sarebbe stata riaperta alcuna moschea, ma uno spazio di dialogo aperto anche ai comaschi. A distanza di oltre cinque anni dall’addio a via Pino i musulmani pregano ancora ogni venerdì a Muggiò. Una volta completati i lavori potranno rientrare nei locali per incontrarsi. Ma, come prevede la legge, non per la preghiera.
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