Omicidio: i killer
potevano uccidere ancora

Sarebbe stato il “pentimento” di uno dei due partecipanti all’assassinio di Giuseppe Monterosso a Cavaria con Premezzo (Varese) a mettere gli inquirenti sulla pista giusta, che ha portato all’arresto di 4 persone, di cui una residente a Blevio, e una a Tavernerio. Le armi sequestrate erano pronte per essere utilizzate in altri regolamenti di conti

ALBIOLO Sarebbe stato il “pentimento” di uno dei due partecipanti all’omicidio di Giuseppe Monterosso consumatosi nel pomeriggio dello scorso 6 maggio a Cavaria con Premezzo (Varese) a mettere gli inquirenti sulla pista giusta, che ha portato all’arresto di 4 persone, di cui una residente a Blevio, e una a Tavernerio.
Consentendo, tra l’altro, di prevenire altri attacchi letali: dopo gli arresti gli agenti della squadra mobile di Varese e Como hanno infatti eseguito numerose perquisizioni in entrambe le province sequestrando armi e munizioni (almeno sei pistole tra le quali ci sarebbe anche quella utilizzata per l’omicidio di Monterosso, anche se gli esami balistici sono ancora in corso) che pare sarebbero state destinate all’esecuzione di altri eventuali regolamenti di conti. A presentarsi in questura a Como nella tarda serata di venerdì sarebbe stato l’autista alla guida del fuoristrada utilizzato dai killer di Monterosso per raggiungere il deposito di camion della società di autotrasporti della quale Monterosso stesso era titolare. L’uomo, in stato confusionale e spaventato, avrebbe confessato, avrebbe detto di aver portato il killer a destinazione in quella via Monte Rosa di Cavaria, dove la vittima è stata freddata. Di più: l’uomo avrebbe indicato come pesantemente coinvolto nella sparatoria che ha ucciso Monterosso, 54 anni, Andrea Vecchia, residente ad Albiolo (Como) e titolare a sua volta di un’azienda di autotrasporti, la Euro Trasporti, e che nei confronti di Monterosso avrebbe avuto pesanti motivi di astio e propositi di vendetta.

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