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Martedì 19 Maggio 2009
Comaschi ricicloni, ma la città no
Raccolta differenziata, provincia virtuosa con 13 Comuni che superano il 60%. Il capoluogo è fermo al 38%
Ad ogni modo, le cifre testimoniano il tasso di civiltà: senza la collaborazione e la sensibilità dei cittadini, anche la più efficiente delle amministrazioni non raggiungerebbe alcun risultato. Ma gli obiettivi si spostano sempre più in là e per questo, ogni anno, si aggiungono soluzioni a problemi sempre aperti. Per esempio, dal 2008, l’osservatorio provinciale dei rifiuti presso l’assessorato provinciale all’ecologia conteggia anche i rifiuti cimiterali, 47 tonnellate di fiori recisi e in vaso appassiti nei “giardini di marmo” e gettati negli appositi cassoni. Ma sempre più prendono piede le raccolte minori, apparecchiature elettriche ed elettroniche, lampade al neon, accumulatori al piombo, batterie, pile, farmaci e così via. Non da ultimo, 6.500 tonnellate vengono raccolte dallo spazzamento stradale, crescono legname ed indumenti smessi, olii vegetali ed esausti.
Il rapporto 2008 è stato presentato ieri mattina a Villa Saporiti dall’assessore provinciale all’ambiente Paolo Mascetti, con il dirigente Franco Binaghi e i curatori dell’Osservatorio, Marco Sampietro e Paolo Fognini. Si tratta di una radiografia completa e dettagliata di tutto ciò che i comaschi, residenti e fluttuanti, buttano via, è smaltito, recuperato, riciclato, riutilizzato. Il quantitativo di rifiuti urbani indifferenziati da raccolta domestica continua a diminuire, passando a 122 mila tonnellate, cioè 23.000 tonnellate in meno rispetto ad inizio secolo, perché aumentano le frazioni differenziate: il vetro passa a 25.000 tonnellate, da 18.000 di inizio secolo; la carta passa a 31.000 tonnellate ed era a 21.000, la plastica triplica, da 3.000 a 9.000: il verde a 28.000 tonnellate, l’organico cresce in modo esponenziale, da 2.000 a 15.000 tonnellate. Totale della raccolta differenziata: da 78.000 tonnellate d’inizio secolo alle 135.000 del 2008, compresi gli ingombranti destinati al recupero.
«Si confermano nuovi casi d’eccellenza, ovvero di quei 13 Comuni che grazie ad un’attenta politica ambientale hanno maturato sistemi di gestione che hanno consentito di raggiungere percentuali superiori al 60% di raccolta differenziata. E 49 Comuni superano il 50%», sottolinea il rapporto, mettendo in evidenza i comportamenti diversificati dei centri superiori ai 10.000 abitanti.
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